Il drone di Sochi filmava gli atleti, non i terroristi

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Data la paranoia che circonda i giochi invernali delle “olimpiadi di Putin”, in molti hanno immaginato che il drone che ronzava sul trampolino del salto con gli sci cercasse terroristi nascosti tra gli spettatori o manifestanti al di la delle barriere, e tra gli spettatori si è diffusa una certa inquietudine. ma in realtà il drone era un multicottero olimpico, e serviva a trasmettere immagini dall’alto al maxischermo.

 

“Grazie al drone possiamo andare molto,. molto vicino agli atleti” hanno spiegato gli organizzatori” ha detto il cameraman volante Remo Masima, che ha usato droni per riprendere sciatori in svizzera. “E costa molto meno di un elicottero”. Masima ha affermato che le probabilità che il drone cada sulla folla sono prossime allo zero, quando è pilotato da una persona esperta, ed è programmato per tornare automaticamente alla base in caso di problemi, ma non ci sentiamo di sottoscrivere questa affermazione: va benissimo usare i droni per riprendere eventi sportivi, ma i multicotteri cadono eccome e la sicurezza deve avere la precedenza anche sulla più bella immagine del mondo. I droni per le videoriprese dei giochi di Sochi seguono piani di volo approvati dall’authority aeronautica russa e sono in regola con i permessi della polizia locale e dell’FSB, il successore del sinistro KGB.

Remo, i droni sono il futuro delle riprese sportive?
Oh, poco ma sicuro.