Manifestazione pacifica a Roma dei volontari del soccorso di Rescue Drones Network

Dopo le firme della petizione online per la rettifica di un articolo del regolamento ENAC che fondamentalmente blocca a terra di volontari di Rescue Drones Network, vietando qualsiasi tipo di volo di droni nei luoghi delle emergenze ad eccezione degli aeromobili di stato, oggi è avvenuta una manifestazione pacifica e autorizzata dalla questura.

Roma 1 febbraio – Decine di operatori e piloti di droni facenti parti di  Rescue Drones Network ODV si sono virtualmente incatenati e hanno riservato la stessa sorte ai loro droni, in gesto di protesta nei confronti di un articolo del regolamento ENAC ed.3.
Si parla dell’art.7 comma 7 che è scritto in modo tale da non poter più far volare alcun drone ad eccezione degli aeromobili di stato.
“I piloti remoti e gli operatori SAPR non devono effettuare il volo in prossimità o all’interno di zone in cui siano in atto interventi in risposta a una situazione di emergenza.”

Nel Comunicato Stampa a firma di Gian Francesco Tiramani, segretario generale di Rescue Drones Network ODV, si legge:

Nel luglio dello scorso anno ENAC aveva messo in consultazione la bozza del nuovo regolamento e all’art. 7 aveva inserito una norma copiata pari pari dal regolamento europeo mediante la quale si affermava che era inibito a TUTTI i piloti volare in prossimità o all’interno di aree nelle quali fossero in atto interventi di risposta ad un’emergenza, a meno che non si fosse in possesso del permesso dell’ente che gestisce l’emergenza stessa. Ratio assolutamente condivisibile perché l’obiettivo del regolamento europeo è (e lo era anche per ENAC sino a poco fa) quello di consentire il volo dei SAPR nelle situazioni di emergenza esclusivamente a chi è inserito nel sistema dei soccorsi, tagliando fuori curiosi e piloti privati non abilitati all’intervento.

Ricordiamo che in Italia in caso di eventi di Protezione Civile (di tipo locale sino a quelli di portata nazionale) sono ben identificate le realtà che possono essere attivate: gli enti di Stato (numericamente molto ridotti all’interno del sistema nazionale), le organizzazioni di volontariato che sono “strutture operative del Sistema nazionale di Protezione Civile”, la Polizia locale, le agenzie regionali di Protezione Civile ed i centri di competenza. RDN è da qualche mese a pieno titolo nel Sistema nazionale essendo stato riconosciuto dal Dipartimento nazionale di P.C.

Di fatto i volontari di RDN hanno inviato a ENAC una lettera di delucidazioni chiedendo di modificare tale articolo che peraltro è ben diverso da quanto esposto nel regolamento europeo 947/2019 sempre a proposito del volo di droni nelle emergenze, senza ottenere alcuna risposta.

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Si sono quindi attivati, interloquendo direttamente con il Ministero dei Trasporti, che ha tra gli altri scopi quello di vigilare sull’operato di ENAC che li ha attesi in data odierna per chiarire le varie posizioni di Rescue Drones Network.
La differenza fondamentale tra gli scritti del regolamento italiano e quello europeo consiste in una frase di chiusura molto semplice quanti chiarificatoria.

Il “REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/947”  nell’allegato “UAS.OPEN.060 Responsabilità del pilota remoto” recita al punto 3:
“I piloti remoti e gli operatori UAS non devono effettuare il volo in prossimità o all’interno di zone in cui siano in atto interventi in risposta a una situazione di emergenza a meno che non ne abbiano ottenuto il permesso dai servizi responsabili della risposta alle emergenze.”

Droni legati a terra davanti alla sede del MIT

E così oggi decine di Volontari di RDN si sono recati a Roma per un presidio davanti alla sede dello stesso Ministero dei Trasporti, in accordo con la Questura di Roma, per manifestare contro questa situazione.
“Inaccettabile come cittadini, prima ancora che come operatori di soccorso, visto che si priva la collettività del diritto sacrosanto di avere disponibili tutte le risorse idonee per migliorare la capacità di soccorso, per di più in evidente contraddizione con il regolamento europeo” – scrive Tiramani “I Volontari si sono schierati davanti al palazzo del Ministero con i droni bloccati a terra da una lunga catena di metallo e con cartelli educati ma espliciti, sotto le telecamera dei media nazionali, per portare una testimonianza diretta, mettendoci la faccia tra l’altro dopo ore ed ore di viaggio.”

Fra qualche giorno e precisamente il 5 febbraio si potranno avere aggiornamenti che saranno certamente utili a tutti i piloti ed operatori SAPR, dopo l’incontro tra ENAC e i dirigenti di RDN.

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