Così a Udine i droni della Polizia Locale combattono il coronavirus

In tutta Italia, le Polizie Locali affrontano  anche con i droni l’emergenza sanitaria, che per i SAPR delle Polizie Locali – e solo per loro – è facilitato da una recente disposizione di ENAC. Tra queste quella di Udine, dove un gruppo di agenti guidati dall’Ispettore Capo Roberto Clocchiatti affronta missioni di volo quotidiane. Ecco come e per fare cosa.

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L’Ispettore Capo Roberto Clocchiatti con il Typhoon H della Polizia Locale di Udine

“E’ dal 2016 che la nostra Polizia Locale utilizza i droni” ci dice l’Ispettore Capo Roberto Clocchiatti, responsabile della piccola flotta di droni della città friulana che conta 100 mila abitanti. E purtroppo ha già avuto  quasi 300 contagiati una decina di decessi dovuti alla pandemia, il che la rende una delle zone più colpite del Friuli Venezia Giulia, più ancora del capoluogo Trieste.

“Una piccola flotta, abbiamo sei piloti tutti con attestato critico, conseguito presso la scuola Aerovision di Roma, e come macchine  abbiamo un Typhoon H e un Phantom 3 Professional, e aggiungeremo presto un Mavic 2 Dual” ci dice Clocchiatti.  “Il principale uso dei nostri droni è il pattugliamento dei due grandi parchi cittadini che non hanno cancello, un utilizzo per i quale  l’assessore alla sicurezza urbana Alessandro Ciani ci ha dato il via libera dopo che il comitato di ordine e sicurezza aveva deciso l’utilizzo dei droni ed è stato presente ai primi controlli. Il compito dei droni è disperdere chi viola di decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al momento il Comitato Ordine e Sicurezza non ha richiesto operazioni in città, anche perché i  cittadini di Udine si sono dimostrati ligi nel rispondere agli appelli di restare in casa”.

Se doveste farlo, ENAC ha recentemente facilitato il volo dei SAPR delle Polizie Locali, rendendo più semplici le operazioni specializzate critiche in città, anche vicino agli aeroporti, e consentendo l’uso di SAPR ancora non registrati. Lei come giudica questi provvedimenti?

immagine di 90418284 10218764789084945 5241957037297893376 o“A Udine siamo fortunati. Oltre al fatto che come dicevo tutti i nostri piloti hanno attestato critico, a parte l’area proibita del carcere Antonio Santoro non abbiamo altre zone interdette al volo. Per cui abbiamo sempre lavorato in città, prima dell’emergenza pattugliavamo spesso caserme dismesse dove trovavano rifugio profughi e non solo. E abbiamo fatto rilevamenti  siti contaminati da Eternit. Quanto alle disposizioni di ENAC, spero che vengano mantenute nel tempo anche a emergenza terminata. Specie per noi, che siamo una regione di confine e abbiamo problemi di immigrazione clandestina, proveniente specialmente dalle zone di Trieste e Gorizia.

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni

Due droni e sei piloti non sono molti, pensate che in futuro l’attività potrebbe essere ampliata ricorrendo a operatori commerciali?

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Postazione per il pattugliamento di uno dei grandi parchi della città friulana

“Penso che gli operatori privati possano innanzitutto rapportarsi alla Protezione Civile. Noi abbiamo un nucleo di personale addestrato e abilitato, non ha senso attingere a piloti privati che costituirebbero un costo per l’Amministrazione. Che ha già investito sul nostro addestramento”.

Quindi ce la fate con le vostre forze?

“In questi giorni facciamo missioni mattino e pomeriggio. Lo scorso anno avremo fatto una cinquantina di missioni, anche in collaborazione con i Vigili del Fuoco per la ricerca di dispersi. Per l’emergenza coronavirus i droni sono uno strumento in più che ci dà una grossa mano per l’ordine pubblico. Basti pensare che invece di avere una persona che impiega una giornata per pattugliare un parco, ci bastano dieci minuti di volo. E così a quella persona possono essere assegnati altri compiti”.

 

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