L’Air Force invia droni spia sul Mar della Cina Meridionale

Dopo i dazi, dopo le accuse per la pandemia, continua l’escalation di tensione tra Stati Uniti e Cina. L’ultimo episodio riguarda aerei e droni spia che l’Air Force avrebbe inviato nel Mar della Cina Meridionale e in altre zone del Pacifico per dare man forte alla strategia americana di sorveglianza su vasta scala.

I velivoli in questione sono bombardieri del tipo B-1B e droni spia modello Global Hawk, con questi ultimi destinati a ruotare verso la base americana di Yokoda, in Giappone, in modo da rafforzare la presenza operativa americana nella regione, specie dopo che la Cina ha effettuato delle esercitazioni con due portaerei nel Mar della Cina Meridionale, rendendo Taiwan particolarmente nervoso.

La notizia ovviamente non fa altro che gettare benzina sul fuoco, dal momento che – tra le altre cose – segue il recente comunicato emesso dalla Marina americana a proposito della dimostrazione in mare del laser di ultima generazione con cui una nave ha abbattuto un drone.

Grazie a un sistema altamente interconnesso, costituito non solo di velivoli, imbarcazioni e altre risorse dotate di intelligenza artificiale sofisticata, i dati raccolti vengono processati dal network in maniera più veloce che mai, da un lato consentendo ai mezzi di adottare autonomamente correzioni e aggiustamenti alle loro rotte in casi prestabiliti, ma anche snellendo il lavoro di valutazione da parte della catena di comando umana, che deve filtrare le informazioni, valutarle e infine decidere, potenzialmente all’interno di scenari di conflitto in cui il tempo può fare la differenza per la vita o la morte di molte persone coinvolte.

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