Se i droni ostacolano lo spegnimento degli incendi

Già da diversi giorni il termometro è tornato a schizzare con una certa sicurezza oltre i 30 gradi di massima in tutta Italia, e con l’estate torna prepotente il pericolo degli incendi, un problema al quale i droni, quelli impiegati dai vigili del fuoco per attività di prevenzione e pronto intervento, hanno dimostrato in questi ultimi anni di poter dare un contributo importante, grazie alle termocamere capaci di individuare i focolai sul nascere, ma anche al semplice controllo del territorio che consente di vegliare con più efficacia ed efficienza sul nostro patrimonio naturale, permettendo di risalire più rapidamente non solo alle squadre di intervento, ma anche alle persone presenti in un’area colpita, in modo da aiutare le indagini e – magari – anche trovare i responsabili.

Il problema, in alcuni casi, è che la bellezza della natura dei luoghi meno popolati attira da sempre molti appassionati di video e fotografia, che sempre più di frequente dimostrano di aver aggiunto un drone alla loro dotazione strumentale. Insomma è sempre meno improbabile che, in una data area, l’improvvisa situazione di emergenza costringa le squadre di intervento a fare i conti anche con qualche drone in volo, sperando che il numero di velivoli operativi nell’area non aumenti proprio a causa della circostanze eccezionali, che possono attirare ulteriori curiosi.

Ricordiamo che in presenza di altri velivoli, anche e soprattutto in caso sopraggiungano a causa di una situazione di emergenza (un soccorso in montagna, un incendio, la ricerca di una persona scomparsa, etc) non è solo la legge che impone di atterrare in sicurezza nel più breve tempo possibile, ma anche il semplice buon senso, dal momento che si rischia concretamente di ostacolare l’intervento di elicotteri, aerei e persino altri droni che sono costretti a restare a terra in attesa di avere il via libera per volare senza il pericolo di una collisione, di  un’interferenza, etc.

L’ultimo esempio concreto in questo senso arriva dagli USA, dove i droni sono diffusi ancora più che da noi e dove la settimana scorsa un grande incendio ha bruciato oltre 3 mila acri nella zona di Poeville, in Nevada. In questo caso, le operazioni dei pompieri sono state sospese per circa un’ora a causa della presenza di due droni non autorizzati che volavano nella zona dell’incendio – verosimilmente per girare delle riprese aeree dell’evento eccezionale – mettendo a repentaglio le vite del personale coinvolto. Al momento per fortuna l’incendio risulta domato per circa il 70%, ma resta il fatto che in situazioni del genere ogni minuto può fare la differenza nel contenimento dei danni, senza dimenticare che a volte si è costretti a contare anche persone disperse, ferite o decedute.

Ecco allora spiegate le sanzioni importanti che rischia chi consapevolmente o meno ostacola operazioni di questo tipo, che negli USA possono superare i 20 mila dollari di multa.

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