Per la tecnologia, la natura è spesso una musa di facile ispirazione, ma difficile da raggiungere. I droni ne sono un esempio lampante.
Sebbene da sempre l’uomo sogni di riuscire volare come fanno gli uccelli o alcuni insetti, di fatto è riuscito a sfidare le leggi della gravità solo prendendo spunto da questi animali per poi trovare un modo diverso per farlo. E anche se oggi i droni, siano essi multirotori, ad ala fissa, o ibridi, volano incredibilmente bene e sempre meglio grazie al progresso tecnologico, molti ingegneri continuano ad esplorare, affascinati, i sentieri che la natura ci mette tutti i giorni davanti agli occhi.
È alla base di questo confronto che nasce Ornitottero, un drone che, invece di fare affidamento su eliche e ali statiche, si muove sbattendo le sue quattro ali.
Nel video è evidente come l’ornitottero esegua delle evoluzioni assolutamente innaturali per il modo in cui volano i droni a cui siamo abituati. E il volo di un dispositivo dal design così originale dimostra di avere delle caratteristiche uniche rispetto al panorama dei droni convenzionali:
- i multirotori hanno il punto di forza nell’hovering, ma consumano di più se si spostano in una qualche direzione e mostrano quindi dei limiti nella distanza massima;
- i droni ad ala fissa vanno alla grande nelle alte velocità e nella distanza, ma non possono sostare in aria (salvo stravolgere l’intero design);
- i droni ibridi (ad esempio ad ala fissa con rotori per il VTOL (decollo e atterraggio verticali) pagano la loro capacità di adattamento con alti consumi di energia necessari a sostenere in volo il peso delle parti aggiuntive di cui sono dotati.
Com’è fatto l’ornitottero
Invece nell’ornicottero, così come negli uccelli e negli insetti, ogni parte del velivolo svolge funzioni adatte sia al volo di movimento, sia a quello stabile, rendendolo capace da un lato di evoluzioni veloci (anche in piccoli spazi, visto che le dimensioni del prototipo sono poco più di 25 cm di lunghezza e circa 16 di larghezza) e dall’altro di dolci planate per atterrare morbido sul terreno. E visto che ogni sua componente svolge alla perfezione due compiti, non c’è bisogno di propulsori ridondanti o ali aggiuntive (come nei droni VTOL) che gravano sul peso complessivo, il che si traduce in un dispositivo agile e performante.
Come vola l’Ornitottero
E se non bastasse, rispetto ai droni normali gli ornitotteri sono più silenziosi e anche più sicuri da usare in presenza di altre persone, perché le loro ali, che hanno una superficie ampia e sono costituite da un materiale poco solido, offrono poca resistenza e difficilmente possono arrecare danni.
Di droni quasi completamente ispirati nel design (e nel sistema di volo) a insetti e uccelli se ne contano ormai diversi tipi, esemplari originali che hanno fatto scalpore finché venivano testati nei laboratori ma che poi non hanno superato la prova (ben più difficile) del mercato. Non ci resta allora che sperare che il destino dell’ornitottero sia diverso, o almeno augurarci di poterlo ancora ammirare, perfezionato e ancora più performante.
Chi volesse saperne di più su questo originalissimo tipo di drone può leggere sul sito theconversation.com l’articolo scritto da Javaan Chahl, DST Group Joint Chair of Sensor Systems presso la University of South Australia.





