Da anni, a causa del cambiamento climatico, assistiamo ad incendi sempre più vasti che in pochi giorni riducono in cenere foreste secolari. Purtroppo in molti casi le risorse tecnologiche che abbiamo a disposizione per affrontare le emergenze possono poco o nulla contro la furia delle fiamme, riuscendo per fortuna a salvare delle vite umane, ma spesso lasciando in preda al fuoco enormi porzioni di territorio che hanno bisogno di decenni per rigenerarsi.
Persino i droni, con i loro sensori così efficienti da riuscire spesso a prevenire gli incendi o comunque a dare avvisi tempestivi sulla loro nascita, sono costretti ad arrendersi di fronte alle fiamme, ma per fortuna il loro contributo potrà essere utile ad accelerare la rinascita delle aree colpite.
Sembra infatti che nei piani di alcune grandi aziende americane, tra cui Bank of America, Microsoft e Salesforce, ci sia il progetto di agire, assieme alle organizzazioni di tutela ambientale, per occuparsi velocemente e concretamente della riforestazione delle zone del Paese maggiormente colpite dagli incendi, come ad esempio la West Coast.
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L’intenzione è quella di piantare trilioni di giovani piantine entro il 2028, assumendosi un importante impegno finanziario in un momento in cui la pandemia che da mesi mette a dura prova gli USA non lascia certo presagire la possibilità, da parte sia del Governo Federale che di quelli locali, di aumentare le risorse messe a disposizione per le attività di riforestazione.
I dati parlano di 15 miliardi di piante che vanno distrutte ogni anno, mentre gli sforzi per la riforestazione, che costano a livello globale circa 50 miliardi di dollari, non riescono a rimettere in positivo il saldo, con un totale di 6 miliardi di alberi che non vengono ripiantati.
E così, mentre gli esperti rivedono al negativo i già tragici scenari ambientali che annunciano da anni, è evidente come il problema non sia più solo economico, ma anche di tempo a disposizione. Ecco perché i droni possono essere la svolta di questa situazione complicatissima, perché questa tecnologia coniuga precisione, velocità e costi di gestione.
Un esperto di riforestazione può infatti piantare dalle 800 alle 1000 piantine su un’area di 2 acri ogni giorno, mentre due operatori muniti di drone sono 150 volte più veloci e dalle 4 alle 10 volte più economici. Una vera e propria “manna dal cielo”, nuova vita sotto forma di biocapsule che i droni lanceranno con estrema precisione e in grande quantità nel terreno, sperando che il loro lavoro sia davvero così efficiente e che, soprattutto, non arrivi troppo tardi per il pianeta.




