I droni della serie DJI Enterprise sono compatibili con il regolamento europeo?

Sono tantissime le domande che provengono dal mondo amatoriale e sopratutto dal mondo professionale, preoccupato di non poter utilizzare gli investimenti eseguiti nel settore APR al fine di essere adeguati alla normativa europea che verrà applicata a fine anno.

Sul blog di DJI Enterprise, a firma di Erick Razon è stato pubblicato la settimana scorsa un interessante articolo che dissipa alcuni dubbi e rassicura il settore Pro che lavora con gli APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto, alias droni) di DJI in particolar modo.

A partire dal 31 dicembre 2020, saranno applicati  i nuovi regolamenti europei che procederanno attraverso una fase transitoria, sino alla piena adozione degli stessi nel 2023. Fanno parte di EASA le autorithy aeronautiche dei 27 Stati membri dell’UE, più Islanda, Norvegia, Svizzera e Regno Unito.

Se da un lato questo passaggio rappresenta una pietra miliare senza precedenti per “affrontare le preoccupazioni della società sulla tecnologia dei droni“, come racconta spesso EASA nei suoi comunicati stampa, potrebbe, anzi sicuramente solleva, domande sulle potenziali interruzioni per singoli operatori e aziende che utilizzano prodotti DJI Enterprise.

“Tuttavia, ci saranno ancora parecchie incertezze sullo stato attuale della conformità dei droni DJI e sull’evidente vantaggio di una soluzione standardizzata rispetto ai framework esistenti” – prosegue Razon,  nel suo articolo

Conformità dei prodotti DJI ai nuovi regolamenti europei sui droni

Una domanda che si pongono in tanti, in questo momento, in previsione della applicazione del regolamento europeo è proprio quella relativa al certificazione dei prodotti attuali e della possibilità di usarli anche dopo la deadline del 31 dicembre 2020.
La preoccupazione dei clienti aziendali e professionali che utilizzano la serie di droni DJI Enterprise, in particolare all’interno di settori critici come la sicurezza pubblica, è quella di non sapere se potranno continuare a lavorare con i droni in loro possesso senza dover subire interruzioni dovuti all’adeguamento dei nuovi requisiti richiesti

C’è un canale aperto per il dialogo tra i dirigenti DJI e i funzionari pubblici di EASA

La riposta pubblicata sul blog DJI Enterprise è molto chiara e razionale.
In effetti negli ultimi anni, la  tecnologia dei droni promossa da DJI ha continuato ad avanzare ben prima delle normative esistenti.
Anzi forse anticipando i regolamenti e comunque il team politico europeo ha lavorato a stretto contatto con i responsabili politici europei in un processo continuo di informazione, aggiornamento e anche sull’educazione per l’uso dei droni oltre a un crescente sviluppo in merito alla sicurezza del volo e della tecnologia dei droni.

“Trovare un equilibrio tra la necessità di armonizzare la regolamentazione dell’uso sicuro della tecnologia dei droni e consentire ai nostri clienti di beneficiare liberamente del suo potenziale crescente è sempre stato di fondamentale importanza per DJI in Europa”, afferma Christian Struwe, Direttore delle politiche pubbliche di DJI, EMEA .

Le considerazioni da trarre sono semplici e immediate, il risultato di questo approccio cooperativo tra DJI e l’Agenzia Spaziale per la Sicurezza Aerea Europea (‘EASA) è che gli operatori che utilizzano i droni DJI oggi possono ancora volare anche dal 1 gennaio 2021 poiché i prodotti sono già conformi ai nuovi regolamenti europei sui droni.

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“E allo stesso tempo, proprio  per  questo dialogo continuo con i responsabili politici europei, DJI si impegna a gestire tutte le possibili incertezze e le richieste dei clienti che possono derivare dall’attuazione delle nuove regole con un team di ricerca e sviluppo dedicato” – si legge sempre nella nota pubblicata..

immagine di DJI M300 RTK IP45 water w

Razionalizzazione dei processi di valutazione dei rischi operativi specifici (SORA)

Erick Razon nel suo post, afferma che – “Non è senza ragione che tutti gli operatori aziendali di droni si preoccupano della possibilità di dover adeguarsi a nuovi processi di autorizzazione per operazioni critiche, come potrebbe essere il caso della Svezia, dove le normative sono state generalmente meno rigide che altrove. Tuttavia, questo non significa necessariamente che un nuovo processo pretenda di essere più complesso; ciò che significa è che sarà semplificato “.

“In effetti, in assenza di un processo armonizzato ufficiale, è stato più difficile per noi di DJI offrire soluzioni ufficiali armonizzate alle richieste dei clienti. Raggiungere un terreno comune sui processi SORA è un risultato molto ricercato che finalmente consente di razionalizzare processi non omogenei per ottenere permessi di volo e approvazioni di operazioni in scenari simili in diversi paesi” – conclude l’autore del post

Droni in commercio senza etichette identificativa della classe CE

Esiste una confusione generalizzata tra i marchi CE, per i quali i prodotti DJI sono già conformi e le nuove etichette di identificazione della classe Open CE.
Queste ultime si riferiscono alla classe in cui un drone può essere pilotato nella categoria Open.

Infatti il problema è stato chiaramente affrontato dall’EASA in riferimento all’articolo 22 del regolamento UE 2019/947, dove è chiaro che esiste un periodo di transizione per i droni senza marcatura Open CE per continuare a volare nella categoria Open Limited .
Inoltre, i prodotti DJI soddisfano tutti i requisiti in termini di conformità, comprese le direttive CE UE pertinenti o applicabili, il che significa che non richiederanno interventi estesi come modifiche del prodotto.

Benefici tangibili dell’armonizzazione delle regole dei droni per i clienti DJI

Effettivamente, rispetto allo scenario precedente, nel quale ogni Stato Europeo aveva il proprio regolamento aeronautico relativo all’utilizzo dei droni, è stato fatto un notevole passo avanti, anche per i produttori come DJI ad esempio.
“In poche parole i droni DJI sono idonei a volare a partire da gennaio 2021 ma, cosa più importante, possono scalare le loro operazioni locali senza problemi ad altri paesi in scenari simili senza dover necessariamente sottoporsi a nuovi processi di registrazione, formazione e autorizzazioni multiple” – chiosa Erick Razon che termina  con – “Ciò è particolarmente vero poiché i voli di routine oltre la linea visiva (BVLOS) diventano la norma negli scenari standard in cui prima erano l’eccezione.
Ancora di più, poiché la distinzione tra hobbisti e operatori commerciali svanisce in base alle nuove regole, consentendo quindi di eseguire più operazioni commerciali come le ispezioni delle turbine eoliche nella categoria Open senza approvazione.”

[Fonte blog DJI Enterprise – novembre 2020]

 

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