Di Francesco Paolo Ballirano
L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha iniziato a mettere le basi per un primo sistema di registrazione dei droni centralizzato, che consentirà agli operatori di droni di volare ovunque nell’Unione Europea con un’unica registrazione. Così come in Italia ormai la registrazione presso il portale di D-Flight è un dato di fatto e acquisito, anche l’EASA sta cercando di attrarre a sé le attività di monitoraggio degli operatori ad un livello, appunto, europeo, così come previsto dall’art. 74 del Regolamento UE 1139/2018 (quello che giornalisticamente chiamiamo “regolamento EASA), dove la registrazione di ciascun operatore rappresenta in realtà una parte di un più ampio ed integrato sistema informativo.
Il sistema quindi è il primo passo verso la creazione di una banca dati centralizzata dei droni paneuropea, che l’EASA prevede di implementare a partire dal 2022 e dovrebbe essere operativo nel 2024, che sarà forse uno dei passi che permetteranno a tutti gli operatori di uscire finalmente dalle proprie frontiere nazionali e creare un unico mercato europeo del settore.
Sul punto, quasi a voler anticipare l’annuncio dell’EASA, l’ENAC ha rilasciato un avviso che spiega nel dettaglio le necessarie attività che dovrà svolgere l’operatore riconosciuto come tale da una CAA estera per poter operate in Italia, previa autorizzazione da parte dell’ENAC.
Sebbene in Italia il Regolamento ENAC abbia disposto l’obbligo di registrazione dal 31 marzo, tale prescrizione sarà obbligatoria in tutta Europa a partire dal 31 dicembre 2020 (quando, appunto, sarà efficace il Regolamento di esecuzione n. 947/2019). Il sistema che l’EASA ha intenzione di avviare – per ora delineato solo a somme linee – sarà in grado di garantire l’interoperabilità dei vari sistemi nazionali basato su tecnologie web aperte e standard garantiti che facilita il trasferimento di informazioni tra gli Stati membri e l’Agenzia, che fungerà da “hub” rispetto ai sistemi degli Stati membri.
Ovviamente la registrazione avrà ad oggetto i droni degli operatori ovvero di quei soggetti (siano esse persone fisiche e giuridiche) in grado di poter svolgere attività con i droni e, pertanto, qualsiasi pilota potrà condurre un drone appartenente ad un operatore, purché appunto registrato.
L’attività “centralizzata” che svolgerà l’EASA rappresenta un unicum nel panorama internazionale, in quanto consentirà di avere un unico database, cosa che, al momento non è neppure prevedibile per gli aeromobili tradizionali. Se così fosse, si arriverebbe ad un punto di interoperabilità che non è stato raggiunto neppure per gli aeromobili manned, le cui attività di immatricolazione sono di esclusivo appannaggio dei registri aeronautici dei singoli stati.




