Droni e Satelliti per il controllo delle piante invasive

La tutela dell’ambiente passa anche per il controllo delle specie di flora e fauna alloctone e invasive, che mettono a rischio la biodiversità presente in una determinata zona ma che a seconda dei casi possono portare anche altre conseguenze altrettanto dannose anche sull’agricoltura e altri settori.

È il caso di una pianta erbacea a fiori gialli da noi conosciuta come Linaria dalmatica, originaria dell’Europa meridionale e dell’Asia, che però inizia a diffondersi anche nelle praterie del Wyoming, negli USA. Dan Tekiela, ricercatore specializzato in estensione delle piante invasive all’Università del Wyoming, ritiene la diffusione di questa pianta pericolosa anche perché in caso di incendio rappresenterebbe una biomassa combustibile con una resa più alta della comune erba del luogo.

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Come è facile immaginare, il controllo di questa ed altre specie di flora infestanti è la classica attività per cui ci sono pochi fondi e che coinvolge un numero ristretto di ricercatori, i quali si affidano per lo più a sistemi di monitoraggio tradizionali che, purtroppo, di solito permettono di rendersi conto della situazione in modo tardivo, ossia quando la popolazione di piante invasive è talmente diffusa che l’intervento risulta complicato, dispendioso e di conseguenza anche meno efficace.

Ecco perché i satelliti, ma soprattutto i droni, che abbiamo visto impiegati anche per lo scopo opposto, ossia individuare esemplari di piante rare e in via di estinzione, possono rivelarsi estremamente utili nel dare ai ricercatori la possibilità di tenere sotto controllo aree di ambiente naturale più numerose e più estese, favorendo l’attuazione di contromisure più tempestive ed efficaci.

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