DJI incoraggia gli utilizzatori di droni ad abbracciare il nuovo regolamento Europeo sui droni

Con un comunicato sul proprio sito istituzionale DJI il noto produttore asiatico di droni per il mercato consumer, prosumer e enterprise incoraggia gli appassionati di droni o i professionisti che con i droni ci lavorano, ad abbracciare usiamo le loro stesse parole ) il regolamento UE sui mezzi aerei a pilotaggio remoto

Può sembrare abbastanza ovvio che il leader del settore spinga sempre più ad una maggiore diffusione dei suoi prodotti, in questo caso parliamo di droni, ma recentemente DJI si è avventurata anche nel mercato della action cam o degli stabilizzatoti per reflex e mirrorless.
In realtà essendo a stretto contatto con i tecnici e i legislatori ovviamente incoraggia gli utenti (che brutta parola) ad osservare i nuovi regolamenti europei.

“Accogliamo con favore il nuovo regolamento sui droni dell’UE in quanto semplifica i diversi processi e consente ai clienti DJI di viaggiare da un paese all’altro senza doversi preoccupare di regole diverse in diverse località straniere” – afferma Christian Struwe, direttore delle politiche pubbliche presso DJI EMEA.
” Trovare un equilibrio tra la necessità di armonizzare la regolamentazione dell’uso sicuro della tecnologia dei droni e consentire ai nostri clienti di beneficiare liberamente del suo potenziale crescente è sempre stato di fondamentale importanza per DJI in Europa.”

DJI ha da sempre adottate i propri droni di sistemi indipendenti che portino i piloti dei droni da lei prodotti, nel rispetto delle aree di volo, quali le NoFlyZone, in prossimità di aeroporti o altri edifici sensibili. Tutto questo raccogliendo i dati dalle varie NAA nazionali.
Sempre a tal proposito, nel rispetto della normativa europea composta da diversi regolamenti, a partire da quello basico del 2018 passando per quello delegato e quello esecutivo del 2019, sino agli ulltimi recepimenti del 2020, pubblica una tabella che dovrebbe aiutare gli operatori di droni a comprendere meglio cosa si possa e non si possa fare con i droni DJI.

La situazione è abbastanza complessa dato che l’adozione e relativa applicabilità del regolamento europeo che avrà inizio il 31 dicembre 2020, passa attraverso una fase transitoria che durerà sino al 1 gennaio 2023.

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni

“Per un periodo di transizione di due anni, fino al 1 ° gennaio 2023, i clienti DJI con droni acquistati prima del 1 ° gennaio 2021 che non hanno un’etichetta di identificazione di classe CE possono volare nella cosiddetta categoria Open Limited con uno svantaggio minimo o nullo, dove il si applicano le seguenti regole”:- recita il comunicato prima della pubblicazione di questa tabella, che a onore del vero è abbastanza precisa, ma lo ricordiamo non è un testo di legge.

immagine di tabella dji
Tabella pubblicata da DJI relativa alle classificazioni Open CE dei propri droni (Click per ingrandire)

Citando qualche esempio: i droni più leggeri Mavic Mini e Mini 2 anche senza certificazione Open CE rimarranno per sempre nella Open Category A1 e classe C0.
Potranno essere condotti senza attestato di competenza, alias patentino, e dovranno essere registrati presso le apposite autorithy di ogni stato membro della UE.

I vecchi DJI Mavic Air e l’intramontabile DJI Spark, usato qui in Italia come “trecentino” per 3 anni, faranno parte della Open Category A1, classe C1 sino alla fine del periodo transitorio 31 dicembre 2022, poi dal 1 gennaio 2023 entreranno a far parte della Open Category A3.
Per essere condotti i piloti dovranno essere in possesso dell’attestato di competenza per le operazioni non critiche che li abilita per le operazioni nelle Open Category A1/A3

Maggiori approfondimenti sul comunicato DJI a questa pagina.

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