Erano piccoli leggeri e classificati come inoffensivi. Noi di Dronezine li avevamo battezzati “trecentini” e sin da subito hanno creato un amore e odio da parte degli utilizzatori di droni sia per hobby sia per lavoro.
Il termine tecnico scritto sul regolamento ENAC era, SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto) dal peso inferiore a 0,3Kg rispondente al art.12 comma 5 del regolamento emanato dall’Ente aeronautico. Potevano volare in ambiente urbano, anche sopra alle persone non assembrate, ma mai sulle folle. Con una velocità massima di 60 km all’ora dotati di paraeliche e senza necessità di avere un attestato di pilotaggio, conosciuto dal grande pubblico come “patentino“.
Droni trecentini, classificati come inoffensivi potevano volare in città e sulle persone non assembrate e sino a luglio 2020 senza patentino
Le operazioni da svolgersi in ambito urbano hanno sempre necessitati di specifiche competenze da parte degli operatori di droni professionali. Che dovevano essere in possesso di un attestato per le operazioni critiche oppure nella maggior parte dei casi attenersi ai criteri stabiliti dagli Scenari Standard. Spesso e volentieri recintando o tenendo sotto controllo un perimetro molto ampio sotto alla zona delle operazioni, in alternativa legando il drone a terra con un cavo di vincolo.
Con l’apparire sul regolamento del famoso articolo 12 comma 5 che classificava questi SAPR alias droni come inoffensivi, si aprì un vaso di Pandora, un gate verso le riprese aeree cittadine.
Odiati da molti professionisti e scuole di volo, la categoria dei trecentini ha poi permesso di fatto agli stessi tanti operatori professionali di svolgere attività lavorative, con meno pensieri e meno scartoffie da compilare.
Una vera e propria svolta e dobbiamo dire che il merito fu proprio dell’Ente Nazionale Aviazione Civile che introdusse questa finestra, aprendo uno spiraglio nelle maglie troppo strette dei vecchi regolamenti aeronautici dedicati ai droni.
Ci ricordiamo anche con un certo piacere nostalgico, le battaglie per alleggerire i primi Bebop della Parrot, a cui seguì la seconda serie per finire poi con i vari DJI Spark e gli ultimi Parrot Anafi.
Una corsa non contro il tempo ma con la bilancia di precisione per non sforare i fatidici 300 grammi, ecco da dove proviene l’appellativo “trecentino”.
Siccome erano obbligatori sistemi di protezione contro gli impatti accidentali e i para eliche eventualmente forniti dai costruttori erano pesante; ecco comparire le prime stampe 3D per realizzare accessori in PLA (materiale all’epoca usato per questo tipo di oggetti), ma c’era anche chi li faceva in fibra di carbonio.
E che dire delle capottine da apporre sullo Spark? Con la gara tra i vari stampatori a chi riusciva a risparmiare 1 o 2 grammi in più.
Dal 31 dicembre 2020 data nella quale vengono applicati i regolamenti europei in questa prima fase di transizione che durerà circa 2 anni, i “trecentini”, così come gli abbiamo conosciuti sino ad oggi non potranno più volare alle medesime condizioni.
Innanzi tutto un premessa, durante la fase di transizione nella applicazione del regolamento suggerito da EASA e adottato dai paese aderenti. le classi Open subiranno alcune limitazioni.
In sostanza e riassumendo la sotto categoria A1 che comprende i droni di peso sino a 900 grammi verrà limitata, da qui il nome di Open Limited Category, sino al peso di 500 grammi.
Quindi i droni di classe C1, potranno mostrare sulla bilancia solo 500 grammi per poter appartenere alla suddetta classificazione.
Cosa potranno fare i droni trecentini con il nuovo regolamento europeo sui droni?
I vecchi e obsoleti “trecentini” avranno nuovi obblighi e perderanno certamente qualche privilegio, ma non dovranno essere pre-pensionati anticipatamente, almeno sino al 1 gennaio 2023.:
* non potranno più volare sopra alle persone
* potranno togliere il paraeliche
* non dovranno più avere un peso massimo di 300 grammi ma potranno arrivare sino a 500 gr.
* perderanno il privilegio, valido sino allo scorso luglio 2020 di poter volare senza attestato, ma i loro piloti dovranno conseguire il patentino online sul portale di ENAC.
* apparteranno alla Classe C1 sotto categoria A1 ovvero alla Open Limited Category C1. la marcatura CE per loro non sarà un requisito obbligatorio sino al 1 gennaio 2023 poi potranno volare solo nella sotto categoria A3. Quindi a 150 metri dalle aree congestionate a 50 metri dalle persone in aree non popolate ecc.
Quali sono i discendenti naturali dei trecentini? Ovviamente i droni dal peso massimo non superiore a 249 grammi
Questo è un dato ben chiaro sia agli utilizzatori di droni, sia ai vari produttori DJI in testa.
Che per l’appunto sin dallo scorso anno durante la presentazione del Mavic Mini, stampigliarono bene chiaro sui bracci del drone pieghevole la scritta 249 g. Per indicare appunto a quale classe sarebbe appartenuto tale drone. Stessa cosa per il DJI Mini 2.
Per loro e per tutti gli altri droni dal peso inferiore ai 250 grammi, saranno aperte le stesse vie aeree previste per i loro antenati “trecentini”, ovvero:
Volo in ambiente urbano, ma mai sopra agli assembramenti. In compenso per ora non sarà richiesto il paraeliche e nemmeno il patentino.
Ma la loro registrazione sul portale italiano D-flight andrà fatta comunque avendo una telecamera e per apposizione del Qr-Code.
Per i regolamenti europei si parla di una unica registrazione per un singolo operatore e che valga per tutti i droni in suo possesso. Staremo a vedere come verrà interpretata questa normativa.
Assicurazione obbligatoria anche per i piccoli pesi piuma volanti.
E rispetto delle limitazioni di quota e delle zone di volo presenti sempre sul portale D-flight.it
Consigliamo, anche se non richiesto, comunque una attenta lettura dei regolamenti e perché no, anche di conseguire l’Attestato di Competenza, richiamiamolo patentino, perché la sicurezza dei cieli e delle persone a terra, consiste anche in una maggior formazione dei piloti, anche se non espressamente richiesta.