Mercato Droni -38% nel 2020, ma 4 aziende su 5 si rifaranno nei prossimi 3 anni

Dopo anni di crescita, l’ultimo con il +17% tra il 2018 e il 2019, il settore dei droni è stato colpito duramente dalla pandemia, passando da 117 a 73 milioni di euro nel 2020. Quasi la metà delle imprese del settore (il 48%) ha ridotto in modo significativo la sua attività rispetto all’anno precedente, mentre un’impresa su cinque ha addirittura dovuto chiudere.

Queste le pesanti statistiche fotografate dalla ricerca dell’Osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano (realizzata con il supporto di Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Leonardo, Assorpas, ENAC, ENAV e tante altre importanti realtà del panorama italiano e non solo), presentata durante il convegno online “Droni: fare sistema per un maggiore sviluppo”; in fondo al tunnel, però, c’è speranza, perché almeno l’80% delle imprese coinvolte “Confida in una robusta crescita del mercato nei prossimi tre anni e il 50% inizia a percepirlo come un mercato di massa“.

Uno scenario complicato, dove però il peggio sembra essere passato, anche perché la stessa crisi ha offerto ai droni le possibilità di mettere ancora più in luce i vantaggi connessi al loro uso, non solo nei settori della sorveglianza delle persone, della sanificazione e della consegna di campioni di laboratorio, ossia le principali applicazioni che abbiamo visto attuate con successo in risposta all’emergenza Covid. A questo proposito i dati parlano di oltre 60 progetti internazionali nati per far fronte alla crisi sanitaria, il 70% dei quali sono stati promossi dalle PA (anche se al momento poco meno di 1 Comune italiano su 3 sta usando i droni).

Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Droni, riassume la situazione in questo modo: “Il 2020 è stato un anno difficile per un mercato ancora emergente, composto prevalentemente da startup e piccole imprese e già messo alla prova dalle variazioni normative e dalla mancanza di una piena consapevolezza dei vantaggi di questa tecnologia. Il settore, però, non ha subito danni irreversibili e le prospettive future sembrano molto positive. L’evoluzione che ci aspettiamo nei prossimi anni passerà attraverso la concentrazione del mercato, l’ingresso di imprese da settori attigui e l’apertura ai mercati internazionali. Per farsi trovare preparate le imprese dovranno stringere collaborazioni con altre organizzazioni (imprese e/o enti pubblici) e fare sistema attorno a innovazioni tecnologiche e applicative”.

Insomma il futuro del settore droni resta roseo, al netto di qualche inevitabile perdita dovuta alla crisi di proporzioni mondiali che non ha risparmiato nessuno. Il prossimo passo è ripartire, meglio se attraverso la collaborazione (anche internazionale) con altre imprese, approfittando dei profondi cambiamenti normativi già in atto (come il Regolamento EASA appena entrato in vigore) che vanno sempre di più nella direzione di creare un solido mercato comune.

Chi volesse approfondire i dati della ricerca, può leggere il comunicato stampa completo e visitare la pagina internet dell’Osservatorio Droni.

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