A Shenzen, la capitale cinese dei droni, ci sono 400 industrie che sono in qualche modo coinvolte nella filiera dei droni civili, capitanate da DJI. E festeggiano: non solo le esportazioni sono cresciute di oltre nove volte tra gennaio e novembre dell’anno appena trascorso, ma ora piovono milioni con una velocità che non ricordavamo dai tempi (sciagurati) della bolla delle dot com.
La grande rivale di DJI, Yuneec, di base a Shanghai, ha ricevuto 60 milioni di dollari da Intel in vista della stretta integrazione tra i suoi multicotteri e le telecamere Intel RealSense che permettono ai droni di evitare gli ostacoli. Una soluzione ancora non disponibile sul mercato ma che è stata mostrata al pubblico del CES, montata proprio sull’ultimo gioiello dell’azienda di Shanghai, il rivoluzionario Typhoon H, a nostro avviso il multicottero più geniale e innovativo visto a Las Vegas.
Poco prima di Yuneec, era toccata a Ehang (che ha stupito il pubblico del CES con un multicottero in grado di portare una persona) a mettere a segno un altro colpaccio finanziario da brividi, 42 milioni di dollari piovuti da un gruppo di venture capitalist. Dal canto suo l’americana Lily, pur senza essere riuscita finora a commercializzare il suo drone (che avrebbe dovuto debuttare a Febbraio) ha raccolto 60 milioni tra preordini e investimenti di fondi privati.
Sarà sempre più dura per DJI mantenere l’attuale leadership di mercato, in un momento in cui tutti i concorrenti non fanno alcuna fatica a trovare capitali: la filiera dei droni ha ottenuto ben 172 milioni di venture capital da maggio ad oggi, più di quanto avessero messo insieme nei tre anni precedenti.
Insomma, il mercato dei capitali crede nei droni consumer, e soprattutto ci crede l’industria dei semiconduttori, che vedono nei droni un importantissimo mercato per continuare a macinare profitti dopo che le vendite di chip per telefonini e computer non possono più crescere a causa della saturazione del mercato: non solo Intel con Yuneec scommette sui robot volanti, anche Qualcomm ci si è buttata con entusiasmo, “riciclando” i suoi processori da telefonino SnapDragon in un multicottero che, proprio come lo Yuneec-Intel, è capace di vedere l’ambiente in cui vola per evitare gli ostacoli e riconoscere le forme. E la stessa Ambarella, produttore di chip per telecamere, ha capito che le riprese del futuro si fanno dal cielo e ha sviluppato chip specifici per droni grandi e piccoli, che mandano in pensione il gimbal e aprono prospettive inedite per i piccoli droni inoffensivi, quelli che possono volare come SAPR in città senza patente.





