Nel percorso formativo facoltativo che può portare molti appassionati di droni a fare quel gradino in più che gli permetterà di volare anche in ambiente urbano con droni più pesanti di 500 grammi, compare la auto formazione pratica per la quale occorre rilasciare una dichiarazione, nella quale si afferma di averla svolta.
Ma dove è possibile effettuarla, con quali droni e quali manovre occorre saper fare?
Il conseguimento dell’Attestato A2, è un ulteriore passo indicato non solo per gli hobbysti, ma anche per coloro che vogliano intraprendere una carriera professionale con i droni. Per poter accedere eventualmente alla categoria Specific, i passi necessari nella scala delle competenze sono: Possesso della Prova di Completamento del Trainign Online, meglio conosciuto come Attestato A1-A3 o Patentino dei droni e in seguito l’Attestato A2.
Indice
- Attestato per la sotto categoria A2, solo un esame teorico e nessun esame pratico
- Dal 1 gennaio 2023 solo droni marcati C2 che dovranno mantenere una distanza minima di 30 metri dalle persone non coinvolte
- Quale drone usare per esercitarsi con la auto formazione pratica?
- Quali materie sono richieste in teoria che poi dovranno essere testate nella pratica
- La documentazione di EASA relativa alla auto formazione pratica per la conduzione di droni nella sotto categoria A2
Attestato per la sotto categoria A2, solo un esame teorico e nessun esame pratico
Per tale documento è richiesto solamente il superamento di un esame teorico, da svolgersi presso una delle Entità Riconosciute da ENAC il cui elenco aggiornato e ufficiale si trova qui; oppure quando EASA rilascerà i metodi accettabili (AMC) per lo svolgimento di tale esame, anche sul portale della Autorithy Nazionale al costo di euro 94,00 per un totale di 3 tentativi a disposizione del corsista.
Oltre al superamento di tale esame con un punteggio superiore al 75%, è necessario allegare una dichiarazione di aver completato un percorso di auto formazione pratico.
Spesso e volentieri sono gli stessi Centri di Addestramento che potranno proporre tale tipo di formazione, sulla base delle pregresse esperienze formative derivanti dai precedenti attestati per le operazioni critiche ex CRO. In verità, le manovre e le competenze richieste per la categoria A2 sono leggermente diverse.
Nei vari documenti rilasciati da EASA e sui regolamenti europei, è ben esplicitato il fatto che i droni che potranno operare nella sotto categoria A2, lavoreranno in ambiente urbano.
Sino al 31 dicembre 2022 con il peso massimo al decollo di 2 Kg e il limite del mantenimento di una distanza orizzontale dalle persone non coinvolte di almeno 50 metri con il rapporto di sicurezza di 1:1.
Dal 1 gennaio 2023 solo droni marcati C2 che dovranno mantenere una distanza minima di 30 metri dalle persone non coinvolte
Dal 1 gennaio 2023 il limite massimo di peso della sotto categoria A2 si estenderà sino a 4Kg con il limite della distanza dalla persone di almeno 30 metri che potrà scendere sino a 5 metri se il drone sarà dotato di limitatore di velocità.
A quella data l’accesso a tale sotto categoria, sarà concesso solo per i droni che rientreranno nel range di peso da 900 grammi sino 4 Kg, ma marcati come C2.
Sarà quindi compito dei produttori fornite gli opportuni requisiti previsti per far rientrare tali UAS nella marcatura Open CE.
In questo periodo transitorio, definito come Open Limited Category, la sotto categoria A2 è accessibile quindi da droni dal peso compreso tra 500 grammi ai 2 Kg quindi anche se sprovvisti della marcatura Open CE.
Molte persone sottovalutano l’importanza delle preparazione pratica, pensando forse impropriamente, di saper condurre un drone senza problemi.
Invece nei documenti redatti da EASA con il nome Easy Access Rules, che sono un compendio ben noto nel mondo aeronautico, in quando raggruppanti in maniera semplice le principali norme presenti nei regolamenti europei, nelle linee guida nella GM e AMC, si spiega in maniera chiara quali devono essere le competenze pratiche per la conduzione sicura e senza incertezze di un drone o UA nella sotto categoria A2.
Quale drone usare per esercitarsi con la auto formazione pratica?
Una delle domande che molte persone, futuri piloti A2 si pongono p con quali mezzi e in quali luoghi possono effettuare la formazione autonoma.
Le risposte sono relativamente semplici e logiche se vogliamo.
Il drone deve essere simile a quello che verrà utilizzato in tale sotto categoria.
Quindi sotto i 4 Kg quando il regolamento sarà a pieno regime dal 1 gennaio 2023 e sotto i 2 Kg in questo periodo transitorio.
Il luogo dove svolgere tali manovre pratiche, sarà quello tipico di operazione nella sotto categoria A3.
In sostanza ad almeno a 150 metri da zone residenziali, commerciali, industriali o ricreative. E naturalmente senza l’accesso di persone nell’area.
Dobbiamo considerare infatti che in questa fase si tratta di addestramento nel quale tra l’altro si dovranno mettere alla prova i limite del drone, la portata radio, il recupero dello stesso con al funzione del RTH e anche le limitazione umane, quali stress e capacità cognitiva di comprendere il rischio della situazione e come eventualmente mitigare gli stessi.
Quali materie sono richieste in teoria che poi dovranno essere testate nella pratica
In sostanza si dovranno mettere in pratica tutte le principali materie apprese per poter poi sostenere l’esame di teoria:
• Meteorologia
• Prestazioni di volo e pianificazione
• Mitigazioni tecnico-operative e gestione del rischio.
Nel documento in sola lingua inglese compreso nella Easy Access Rules, ci sono riferimenti alle AMC1 e AMC2 relative al UAS.OPEN.030(b) contenute nelle ED Decision 2019/021/R.
Sono spiegate in maniera chiare le competenze e i requisiti richiesti al pilota della sotto categoria A2, ma i loro riferimenti sono ufficiali e mandatori.
Riportiamo alcuni passi tradotti in italiano per praticità:
(a) Lo scopo dell’auto addestramento pratico è garantire che il pilota remoto sia in grado di dimostrare in ogni momento la capacità di: (1) gestire un UAS di classe C2 entro i suoi limiti; (2) completare tutte le manovre con fluidità e precisione; (3) esercitare buon giudizio e abilità di pilotaggio; (4) applicare le proprie conoscenze teoriche; e (5) mantenere il controllo dell’UA in ogni momento in modo tale che il buon esito di una procedura o manovra non sia mai seriamente messo in dubbio.b) Il pilota remoto deve completare l’auto addestramento pratico con un UAS che presenta le stesse caratteristiche di volo (ad esempio ala fissa, rotorcraft), schema di controllo (manuale o automatizzato, interfaccia uomo macchina) e un peso simile a quello previsto per l’UAS utilizzare nell’operazione UAS. Ciò implica l’uso di un UA con una MTOM inferiore a 4 kg e recante la marcatura CE di Classe 2 dopo la chiusura del periodo di transizione relativo alla marcatura CE. |
Nel punto (d) viene spiegato quanto affermato qualche riga sopra. Ovvero che il pilota deve impratichirsi anche con le situazioni di emergenza causate da una interferenza di segnale o simulandolo o testando la funzione di Return To Home.
d) L’auto addestramento pratico dovrebbe contenere almeno esercizi di volo riguardanti il decollo o il lancio e l’atterraggio o il recupero, manovre di volo di precisione che rimangono in un dato volume di spazio aereo, librarsi in tutti gli orientamenti o vagare intorno alle posizioni quando applicabile. Inoltre, il pilota remoto dovrebbe esercitare le procedure per situazioni anomale (ad esempio una funzione di ritorno a casa, se disponibile), come stabilito nel manuale dell’utente fornito dal produttore. |
Il pilota di UAS dovrà anche verificare di avere l’ultimo firmware aggiornato per il drone, aver controllato che la zona delle operazioni sia sorvolabile dopo aver consultato la cartografia ufficiale, in Italia si fa riferimento al portale D-flight.it). Controllare le altre situazioni che possano mettere a repentaglio la missione.
Verificare il sistema di geo-consapeolezza e fissare il payload (tipicamente una telecamera, ma potrebbe anche essere un altro tipo di sensore).
Settare il limite massimo di altitudine se si tratti di una zona controllate. Verificare lo stato di efficienza del drone e la carica delle batterie.
Infine testare il volo del drone in condizioni normali eseguendo cambi repentini di traiettoria, mantenere il drone perfettamente livellato. Eseguendo un percorso ben preciso.
Oltre a questo testare tutto il sistema in condizioni di volo anormali, ad esempio:
• Controllare il drone con la attrezzatura dello UAS compromessa.
• Gestire l’incursione aerea di un altro drone
• Valutare e reagire nel caso si verifichi un avvicinamento di una persona non coinvolta nelle zona delle operazioni.
• Affrontare una situazione di perdita di assetto controllo del drone generata da fenomeni esterni (colpo di vento ecc).
La documentazione di EASA relativa alla auto formazione pratica per la conduzione di droni nella sotto categoria A2
Vi invitiamo a consultare il documento Easy Access Rules da questo indirizzo internet e volendo anche dare una occhiata al video in testa all’articolo o consultare questa traduzione che non è un testo ufficiale e potrebbe non essere aggiornata.