Spesso in natura un’azione determina una reazione contraria, e il mercato dei droni sembra pronto a dimostrare di seguire questa regola. Parallelamente alla crescita della domanda e della produzione di droni commerciali e ricreativi, infatti, sta diventando sempre più significativo il volume di affari del settore dei sistemi anti droni, che secondo le stime di Markets and Markets potrebbe raggiungere il miliardo di dollari entro 6 anni, grazie a un tasso di crescita composto annuo del 23,89% tra il 2017-2022.
I fattori chiave di questa crescita, stimolata dalle necessarie misure di sicurezza che il mondo richiede per “controllare” meglio i droni sono da individuare prima di tutto nei massicci investimenti effettuati negli ultimi anni nel comparto dei sistemi elettronici anti drone, che inizieranno a dare i loro frutti, ma anche nel basso costo dello sviluppo delle tecnologie connesse a questi sistemi.
Ovviamente il comparto trainante sarà quello militare e della difesa, dal momento che l’uso crescente di droni per oltrepassare i confini, ad esempio per attività di contrabbando, solleva questioni di sicurezza sempre meno trascurabili. Il tutto senza considerare il sempre presente rischio di droni utilizzati per attività terroristiche.
I principali player del settore anti drone
Al momento non sembrano esserci sorprese: saranno senza dubbio Boeing, Airbus e Lockheed Martin le compagnie che cavalcheranno l’onda di questa crescita. Abbiamo già avuto modo di osservare i passi di Boeing, che in estate ha mostrato un laser anti drone, mentre Airbus ha svelato al CES 2016 la sua contromisura (basata sull’analisi dei segnali in frequenza e tecnologie jammer) per individuare i droni entri 6 miglia di distanza, valutando la pericolosità della minaccia.
Secondo il report, inoltre, saranno soprattutto i paesi dell’area Asia-Pacifico a beneficiare dei maggiori tassi di crescita, cosa che potrebbe portare l’attuale regione leader del settore, il Nord America (Stati Uniti e Canada), a cedere il suo scettro.