Da che i regolamenti europei EASA non distinguono più tra aeromodelli e droni, ma mettono tutto nello stesso calderone degli “Unmanned Aircraft” (UAS), anche l’antica pratica dell’eromodellismo tradizionale, che in Italia si fa dal 19° secolo, è costretta a fare i conti con le euroregole.
Con una lettera ai club aeromodellistici titolari di un’autorizzazione ATM-03/ATM-05, ENAC sostanzialmente ricorda che dal primo gennaio 2023, data in cui come sappiamo comincia la fase II del regolamento EASA, i club dovranno mettersi in regola facendosi riconoscere come associazione sportiva dilettantistica dall’Aeroclub D’Italia (AeCI) e solo dall’AeCI.
Un’altra strada. per chi vuole fare aeromodellismo senza far parte di nessuna associazione è quella di volare in zone geografiche speciali, di cui però al momento non abbiamo traccia.
A queste strade se ne aggiunge una terza, che può già essere seguita da chiunque: quella di volare con l’aeromodello in A3 (in pratica in campagna dove non c’è nessuno), con relativo attestato A1-A3 e assicurazione obbligatoria.
Alla fatidica data del 1 gennaio 2023 scadranno tutte le aree dedicate già accordate a molte associazioni di aeromodellisti operanti in Italia.




