Grida, e il drone ti salverà

Un drone attratto dalle urla umane?  Può sembrare alquanto inquietante, ma la ricerca del FKIE instituten di Francoforte è a fin di bene: alcuni ricercatori tedeschi stanno infatti lavorando a un sistema di identificazione che consenta al drone di individuare dispersi seguendo le grida d’aiuto, anche se la persona in difficoltà e sepolta sotto neve o macerie.

La ricerca è stata rivelata da una dei leader del team, Macarena Varela, alla conferenza annuale dell’ Acoustic Society of America. Varela ha detto che il sistema “è l’ideale per scenari post-disastro, come terremoti, uragani e incendi. I droni Potrebbero librarsi su un’area in cui le squadre di soccorso hanno difficoltà a raggiungere e individuare dove le persone potrebbero essere intrappolate. E soprattutto pattugliando  un’area più ampia in un periodo di tempo più breve rispetto ai soccorritori o ai cani addestrati a terra”.

Un sistema acustico per Individuare le persone non è facile come potrebbe sembrare. Il sistema uditivo deve discernere  tra grida umane e suoni che spesso si verificano in natura, come i richiami degli animali e il vento. Potrebbe anche essere necessario riconoscere schemi associati a calci, applausi o altri modi in cui le persone cercano di attirare l’attenzione delle squadre di soccorso. Così per affinare l’algoritmo i ricercatori si sono registrati mentre urlavano, davano botte ad alberi e oggetti e creando altri rumori che potrebbero essere un segno di persone in difficoltà. Quindi, hanno analizzato ogni frequenza del suono per trovare “firme” comuni e le hanno utilizzate per addestrare il software di intelligenza artificiale.

Una volta completata la parte software, hanno assemblato un sistema di minuscoli microfoni digitali per fornire angoli “precisi” al drone per poter identificare  la provenienza del suono. Curiosamente, hanno  utilizzato i microfoni degli smartphone e degli apparecchi acustici per le persone deboli d’udito,  perché sono piccolissimi e consumano poco, oltre ad essere molto precisi. Il risultato dei primi test è che al drone basta una manciata di secondi per individuare il figurante che simula ala persona in difficoltà. Come è facile immaginare, una parte non secondaria del lavoro del software è quello di filtrare il rumore delle eliche, per eliminarlo e ottenere una traccia audio pulita (nella foto sotti, i microfoni montati sul ventre del drone).

drone che capta e segue le grida umane

Insomma una bella idea, ma finora puramente accademica: “Siamo bravi a sviluppare tecnologia e ad affrontare problemi a cui non esiste ancora una soluzione. Ma la commercializzazione non è proprio il nostro compito”, ammettono i ricercatori. Nella foto in apertura, i test preliminari