Basta divieti, l’India torna a puntare sui droni

Ce n’è voluto di tempo, ma dopo numerosi tira e molla susseguitisi negli ultimi anni sembra finalmente giunto il momento, tra l’India e i droni, di fare pace definitivamente e avviarsi verso un lungo e proficuo rapporto di convivenza

Già, perché dopo averli osteggiati se non direttamente vietati con regolamenti molto rigidi, al punto che solo qualche mese fa era vietato introdurre droni non autorizzati nel Paese (trovate qui l’articolo sull’uomo fermato lo scorso febbraio in aeroporto con diversi DJI Phantom 4), adesso sembra che il governo sia pronto a un cambio di rotta in favore dello sviluppo di un settore che è pronto ad esplodere per colmare il ritardo con il resto del mondo.

Stando a quanto riporta il Telegraph, infatti, il direttore Drone Federation of India Smit Sha ha annunciato “Il decollo è iniziato“, visto che le prospettive affermano che nei prossimi 5 anni il settore dei droni in India varrà oltre 5,7 miliardi di euro e potrebbe creare 500 mila posti di lavoro, grazie alle nuove norme che favoriranno la produzione locale di droni per le consegne.

Le nuove regole riapriranno i confini nazionali anche ad aziende estere, e tra le altre cose divideranno il Paese in base a tre tipi di zone colorate:

  • nelle zone verdi sarà possibile volare liberamente coi droni;
  • nelle zone gialle si potrà volare rispettando alcune limitazioni;
  • nelle zone rosse si potrà volare solo dietro autorizzazione.

E così in molte aree l’applicazione dei droni, dal delivery al traporto passeggeri, passando per le ispezioni e altri tipologie di operazioni, porterà un nuovo impulso anche nello sviluppo delle infrastrutture, nella raccolta e catalogazione di dati di utilità nazionale (qui trovate la notizia sul grande progetto di rilievo di proprietà residenziali di cui vi parlammo a marzo), nell’efficientamento degli impianti estrattivi e produttivi e più in generale nell’ammodernamento del Paese.

assicurazione per droni da euro 29,90