Una performance incredibile, Claudiu Sima ha raccolto ben 29 attestati A1-A3 e A2, oltre al CRO e a diversi attestati per le Specific, non solo nei Paesi EASA ma anche in UK (che con la Brexit ha salutato anche l’authority aeronautica continentale), Canada e USA.
Diciamo subito che il record di Claudiu dimostra la sua grande passione e interesse per i droni, ma per quanto riguarda la validità legale degli attestati, ne bastava uno solo preso in un qualsiasi Paese EASA, per volare legalmente in tutti i 34 paesi europei che fanno caspo alla nostra Authority continentale, Italia compresa. Ma questo a Claudiu non interessa: “Ne ho presi da 14 Stati europei e 4 extraeuropei” ci racconta, e ci rivela di aver pagato solo 31 euro, quelli richiesti da ENAC per l’A1-A3.
“Sono tutti validi anche in Italia, esclusi naturalmente quelli che ho preso in Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti che non fanno parte di EASA” ci dice. E aggiunge fiero: “Oltre ad A1-A3 ho anche tre attestati A2 e per gli scenari standard STS spagnoli“, che – lo ricordiamo – fanno parte delle Specific e non delle Open. “Oltre all’A2 italiano, ho anche fatto – gratuitamente – quello rumeno e spagnolo”. Insomma, ne ha ottenuto talmente tanti che per trovarli li ha stampati in un impressionante libretto plastificato e sul retro ha messo la bandiera e la sagoma della Nazione che li ha rilasciati.
Claudiu con la sua bandiera pirata: “Nonostante 29 attestati continuo a sentirmi un bucaniere”
Ma nonostante tutti questi attestati, Claudiu va ancora in giro con la bandiera pirata sulla spalla: “Mi sento sempre pirata, con tutte queste regole che cambiano in continuazione, anche se ho 29 attestati”.
Ma perché ti sei lanciato in questa impresa?
“Sono stato spesso preso di mira per aver conseguito un numero elevato di attestati e non capisco il motivo, da parte persone che non mi conoscono e senza sapere il vero motivo del mio gesto”.
Gesto?
“Si tratta di un gesto, diciamo ribelle, da parte mia per dimostrare che nessun ente nazionale, europeo od internazionale possa vietare lo studio. Purtroppo in rete si leggevano un sacco di articoli, post, commenti dove si sosteneva che era vietato conseguire un attestato per la conduzione degli UAS all’estero e allora io diedi l’inizio a questa avventura per dimostrare la falsità di tutte queste dicerie. Ricordo che solo come Operatore UAS vi è l’obbligo di registrarsi solo nello Stato di residenza oppure dove si ha l’attività economica per chi ha una società con personalità giuridica. Ma gli attestati, A1-A3, A2, STS eccetera si possono prendere dove si vuole”.
Alcuni dei moltissimi attestati di Claudiu Sima
Ma che te ne fai adesso di questi attestati?
“Lavoro nell’ambito del giornalismo d’inchiesta e sono un tipo di carattere particolarmente curioso, mi piace indagare, approfondire, studiare e volevo capire anche come si sono organizzati gli altri Stati membri EASA con i corsi formativi che devono essere fatti obbligatoriamente perché è previsto dal regolamento europeo (UAS.OPEN.020, paragrafo 4, b) del Reg. 2019/947). Questa corsa a conseguire attestati all’estero è partita per emulazione e non tanto per collezionare, ma perché all’estero, gli enti di aviazione civile mettono a disposizione online e gratuitamente per tutti, corsi interattivi e videocorsi di facile compressione al posto di quel orrido PDF chiamato Syllabus di ENAC. Voglio comunque assicurare a tutti che, oltre a conseguire attestati, io con i droni ci lavoro sia nell’ambito del giornalismo, sia per i documentari e sicuramente tutto questo studio mi aiuta a migliorare a volare”.