Da che mondo è mondo, sostanzialmente, droni e aree aeroportuali non vanno affatto d’accordo. L’Autorità normativa di qualsiasi Stato del mondo, in un quadro generale che comunque resta ancora molto eterogeneo, ha provveduto a stabilire nero su bianco che no, i droni sugli aeroporti (o nelle loro vicinanze) proprio non devono volare, perché il rischio di collisioni e quindi di danni agli aerei e conseguenze catastrofiche per i passeggeri a bordo e le altre persone a terra è altissimo.
Tutto chiaro insomma. Solo che tempo fa l’aeroporto internazionale di Bruxelles, assieme all’azienda Skeyes (che fornisce servizi di gestione del traffico aereo, comunicazione e sorveglianza anche presso altre strutture aeroportuali del Belgio), ha iniziato a testare l’uso dei droni per l’attività di controllo degli uccelli, e adesso, con tanto di comunicato sul suo sito ufficiale, ha annunciato di avere intenzione di prolungare questa sperimentazione che a pensarci ha un po’ del paradossale.
Del resto è vero che gli uccelli rappresentano un concreto pericolo per gli aeroplani (infatti si sente parlare spesso di “bird strike”), soprattutto nei casi in cui finiscono risucchiati all’interno dei potenti motori. E dal momento che nelle aree più remote che circondano il perimetro dell”aeroporto di Bruxelles si trovano spesso numerosi uccelli appiedati, intenti a cercare cibo tra l’erba, ma che sono altrettanto pronti e librarsi in volo di colpo al passaggio o di un aereo in partenza o in arrivo, l’idea di servirsi dei droni per pattugliare queste zone e scacciare gli uccelli attraverso un sistema integrato di altoparlanti.
Resta da capire se gli uccelli si manterranno arrendevoli, fuggendo sempre ad ali spiegate, o se prima o poi non decideranno di contrattaccare i droni belgi, così come fanno spesso con i velivoli di tanti dronisti in tutto il mondo (leggete qui l’articolo su cosa fare se gli uccelli attaccano il drone).
La verità però è che il tentativo dei droni, a precise condizioni, andava fatto nonostante il contesto aeroportuale. Sì, perché la Bird Control Unit dell’aeroporto, che si sposta a bordo di un’automobile, non riesce a controllare con sufficiente frequenza anche le aree più lontane, così i droni risultano nettamente più efficaci ed efficienti.
Certo che se un aeroporto decide di usare i droni (che di norma non si possono utilizzare vicino agli aeroporti perché sono pericolosi per gli aerei) per scacciare gli uccelli che possono essere altrettanto pericolosi, è un discorso tanto paradossale quanto contorto. Ad ogni modo – ci tiene a precisare l’aeroporto – i test si svolgono in condizioni di sicurezza durante le normali operazioni, a senza influire minimamente sull’uso delle piste o sul traffico aereo in generale.