Alcuni blogger lanciano l’allarme: nel 2023 i droni oggi inoffensivi, come i popolari DJI Mini, potrebbero non poter operare in CO. Ma le cose non stanno affatto così…
L’allarme parte da considerazioni sulle future regole per il calcolo della MTOM, cioè la massa massima al decollo, che nelle bozze (bozze, attenzione) che circolano prevedono che il calcolo debba essere fatto con tutti gli accessori che è possibile montare. Ma che cos’è la MTOM?
Nelle definizioni aeronautiche, La massa massima al decollo (MTOM) è la massa massima ammissibile al decollo come indicato dal costruttore nella base di certificazione approvata per una certificazione di tipo di aeromobile. La massa massima al decollo è espressa in chilogrammi.
la parola chiave è nella base di certificazione approvata, che nel caso dei droni significa marchiatura CE Open, che come sappiamo bene ancora non esiste. Proprio per questa mancanza di marchiatura, EASA ha previsto le regole di transizione basate su pesi ridotti rispetto ai futuri droni marchiati CE, che arriveranno quando la regolamentazione sulla marcatura sarà completata, cosa che al momento non è.
Quindi cosa succederà a partire dal 2023? Semplice, usciranno droni inoffensivi con marchio CE, che eventualmente (a discrezione del costruttore) potrebbero avere diverse MTOM a seconda della configurazione: per esempio, per un futuro simil- mini si potrebbe avere marchiatura C0 per la configurazione base e C1 per una configurazione leggermente più pesante, con paraeliche e filtri sulla camera (naturalmente approvati dal costruttore): il pilota saprà che se vuole volare come C0 non potrà metterli, e se vorrà volare come C1 invece sarà libero di metterli, e in questo caso ovviamente dovrà avere il patentino e non dovrà sorvolare le persone non coinvolte.
E che succederà ai MINI attuali, che il marchio non ce l’hanno? Assolutamente nulla, e su questo il Regolamento Europeo è assolutamente chiaro, all’art. 20:
I tipi di UAS ai sensi della decisione n. 768/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (9), che non sono conformi al regolamento delegato (UE) 2019/945 e che non sono costruiti da privati, possono continuare ad essere utilizzati alle seguenti condizioni, qualora siano immessi sul mercato prima del 1 gennaio 2023 (revisione di agosto, prima la data era fissata al 1 luglio 2022, ndr):
(omissis)
nella sottocategoria A1, come definita nella parte A dell’allegato, a condizione che l’aeromobile senza equipaggio abbia una massa massima al decollo inferiore a 250 g, compreso il carico utile;
Come si nota, il regolamento europeo all’art. 20 evita accuratamente il riferimento al termine MTOM, che dovendo essere un parametro certificato non ha nessun senso per droni che certificati non sono, non avendo il marchio CE, e parla semplicemente di Massa massima al decollo, mentre invece il termine MTOM viene usato con proprietà nei casi in cui ha senso, quindi quando si parla di droni certificati con marchio CE. L’inghippo nasce proprio da questa confusione: le regole (future e non ancora definitive) sulla certificazione MTOM riguardano appunto la certificazione del peso massimo al decollo, e di conseguenza riguardano esclusivamente i futuri droni con marchio CE, che dovranno tenerne conto per poter certificare la MTOM e ottenere così l’agognato marchio.
Ma, essendo il DJI MINI (e qualsiasi altro sub-250g attuale) NON certificato, non è e non può essere in nessun caso vincolato a una MTOM certificata secondo le regole che verranno stabilite in futuro, ma semplicemente alla sua effettiva massa massima al decollo come specificata dal produttore, che come sappiamo è appena sotto la soglia dei legge dei 250g. E quindi potranno tranquillamente continuare a volare in A1, sulla gente (non assembrata) e in città. Come dice la legge, senza ambiguità, una volta tanto. Naturalmente, né oggi né in seguito si potrà aggiungere peso, altrimenti si supereranno i limiti C0.