Niente più litio o altre materie prime rare e che lo diventano sempre di più, in Giappone un’azienda cartaria propone di rivoluzionare il mondo delle batterie impiegate per alimentare i dispositivi elettrici, dagli smartphone ai droni, e chissà un domani anche le automobili elettriche, utilizzando la polpa di legno, un materiale che si trova in abbondanza (si ottiene durante il processo di lavorazione del legno) e che è del tutto eco compatibile.
Una boutade? Non proprio, perché di fatto il sistema funziona, come rivelano i test nei quali la società nipponica in questione, la Nippon Paper Industries, è riuscita ad illuminare, con una batteria composta da polpa di legno, una lampadina da 3 volt per circa 7 secondi, quanto basta per guardare con ottimismo ai prossimi test e fissare gli audaci obiettivi di utilizzare questa tecnologia per alimentare i droni entro il 2023, e poi anche smartphone e automobili elettriche entro il 2030.
Scendendo nello specifico, la batteria è composta da nanofibre di cellulosa dal diametro di 3 nanometri, ottenute dal processo di raffinazione della polpa di legno. Queste nanofibre vengono utilizzate per realizzare delle sottilissime pellicole che vengono separate da un foglio di alluminio che funziona da elettrodo e rappresenta l’unico materiale “raro” utilizzato per la realizzazione della batteria.
Le nanofibre sono in grado di accumulare e rilasciare elettricità perché gli elettroni si attaccano lungo i dossi e gli avvallamenti della sua superficie, proprio come avviene nelle batterie di metallo. A differenza di quanto accade con le batterie al litio impiegate oggi, però, quelle che utilizzano nanofibre di cellulosa hanno dimostrato di non deteriorarsi, nemmeno dopo milioni di cicli di carica e scarica.

Al momento il rapporto tra peso e quantità di energia non è comparabile con le batterie agli ioni di litio, rispetto alle quali la batteria alle nanofibre di cellulosa si attesta tra 1/200 e 1/20 del valore. Nei test condotti nel Laboratorio di Ricerca di Materiali Innovativi della Nippon Paper Industries, infatti, la batteria utilizzata per alimentare la piccolissima lampadina aveva una dimensione di 20 centrimetri quadrati, uno spessore di 0,05 millimetri e pesava appena 0,15 grammi, con una quantità di energia che i ricercatori hanno stimato in 1 wattora, affermando al contempo di essere riusciti, all’interno di un esperimento precedente, ad aumentare la densità di energia fino ad arrivare a 10 wattora.
E se l’ecosostenibilità di questa tecnologia è già un’ottima notizia, mentre le performance richiedono ancora molto lavoro, l’aspetto dei costi potrebbe essere un altro fattore a vantaggio di queste batterie, visto che negli ultimi anni i prezzi di litio e cobalto, ossia i materiali più richiesti per le comuni batterie, sono aumentati a dismisura a causa da un lato dell’impennata della loro domanda, e dall’altro dalle contemporanee difficoltà dell’offerta dovute al progressivo esaurimento dei giacimenti disponibili.
Insomma, è ovviamente presto per sapere se tra qualche anno le batterie di molti dispositivi e veicoli elettronici saranno composte da polpa di legno, così come probabilmente è un azzardo l’ipotesi che questa società nipponica riesca a sviluppare completamente questa tecnologia per i droni entro un solo paio d’anni, ma certamente ci sono già abbastanza buone notizie per dare fiducia a ricerche come questa.