Droni e applicazioni a valore aggiunto: proviamo la Rainbow per il DJI MINI 2

Il secondogenito della categoria sub 250 grammi prodotto da DJI ovvero il successore del Mavic Mini il re incontrastato per molti mesi degli scorsi anni. Parliamo del DJI MINI 2, un piccolo drone leggero che con il peso di soli 249 grammi ha permesso a tante persone appassionate, di poter eseguire foto e video dell’alto senza la necessità di avere un “patentino per i droni”.

In realtà il “patentino che effettivamente si chiama Prova di Completamento della Formazione Online o Attestato A1-A3, noi consigliamo a tutti di prenderlo. Anche a piloti di droni sotto i  250 grammi, al fine di avere un quadro completo della normativa, ivi connessi eventuali rischi per le persone e a terra e gli aeromobili in volo.

Il DJI MINI 2, viene presentato dal produttore asiatico senza i sensori anti collisione e senza alcune funzioni o modalità di volo che sono certamente molto ricercate da appassionati di droni e sportivi. Parliamo della funzione Follow Me, che in sostanza grazie alla ricezione del segnale della costellazioni satellitari, permette al drone di seguire la posizione di chi abbia in mano radiocomando e smartphone.
La più apprezzata per le attività sportive è senza ombra di dubbio la modalità Active Track, che svolge le stessa tipologia di volo, ma si affida per l’inseguimento, alla sola telecamera anteriore del drone che terrà costantemente inquadrato il soggetto da inseguire.
Ultima ma non ultima, la modalità di volo per Waypoint. Ovvero un percorso pre-programmato da preparare a terra e da inviare al drone per farglielo poi eseguire in maniera semi automatica, ma con il pilota sempre in vista e pronto ad abortirla in qualsiasi momento.

DJI Rilascia gli SDK per i droni di ultima generazione e permettere lo sviluppo di applicazioni di terze parti

Tutte modalità di volo avanzate e/o funzioni che purtroppo non sono disponibili sul piccoletto di casa DJI. Ma il produttore di Shenzen ha recentemente rilasciato una serie di SDK, un acronimo che significa Software Development Kit, cioè un insieme di pacchetti software che permettono a sviluppatori di terze parti di realizzare le proprie app per smartphone e colloquiare con i droni DJI.
In questo caso l’aggiornamento si riferisce agli ultimi due droni sulla linea temporale della produzione cinese e quindi: DJI AIR 2S e DJI MINI 2.

immagine di app rainbow tentativi limitatiGrazie a questi SDK e in particolare ai Mobile SDK, kit dedicati esplicitamente per le applicazioni mobili, programmatori e software house possono aggiungere alle modalità di volo quelle tre funzioni sopra elencate che DJI non ha compreso nella propria app DJI Fly.
Ce ne sono davvero tante e quasi tutte a pagamento, abbiamo voluto provare RAINBOW che permette 5 voli con le modalità avanzate, ma proveremo in futuro anche Litchi.

 

 

Abbiamo testato la applicazione Rainbow utilizzata per Active Track e Waypoint con il drone DJI MINI 2

Dobbiamo fare un premessa, affermando che già in passato avevamo provato Rainbow e non ci aveva minimamente soddisfatti. E al primo tentativo quando con la applicazione non riuscivamo a far colloquiare in maniera decente il drone con la app, eravamo pronti a confermare il precedente giudizio negativo.
Dopo aver pulito la cache ed eliminato i dati, ci abbiamo riprovato e questa volta il tentativo, almeno di far “vedere” alla applicazione Rainbow la connessione con il DJI MINI 2, è riuscito.

L’interfaccia di controllo è strana, nel senso che alcuni comandi sono presenti con la vista fotocamera, ma per accedere alle funzioni avanzate, occorre minimizzare questa finestra, passare a quella in modalità mappa (meglio tenere la connessione dati del telefono accesa) e da li si possono settare Waypoint, Orbit, Follow Me, Active Track ecc.

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Altra cosa anomala che ci ha fatto perdere un po’ di tempo è stata che essendo in una zona limitrofa ad una ATZ, con l’altezza massima stabilita da regolamento di 45 metri, abbiamo dovuto inviare il nostro numero di cellulare per poter volare al campo volo.
La applicazione originale DJI Fly richiede un doppio consenso, avvisa che si tratta di una zona ad Allerta Rafforzata, ma poi non richiede l’immissione di alcun numero cellulare.
Non sappiamo bene se la nostra privacy sia stata messa a rischio, a chi sia stato spedito quel numero di telefono?

immagine di app rayinbow waypoint
Esecuzione di semplici waypoint riuscita

Tolto questo particolare, siamo riusciti effettivamente a fare qualche piccola prova di volo a Waypoint che a dire il vero è riuscita abbastanza bene. Se non per il fatto che il drone paresse indeciso tra un punto e l’altro e la sua movimentazione risultasse molto brusca.

Anche con la più difficile modalità di volo Active Track, dopo aver selezionato il soggetto da inseguire e tenere inquadrato, ha tutto sommato funzionato.
Dobbiamo considerare che per tutte queste modalità di volo, è il processore del telefono e la applicazione installata sul medesimo a elaborare i dati di posizione ricevuti dal drone, inviare la nuova posizione del soggetto o del punto pre-programmato da raggiungere al drone tramite il radiocomando tramite una modalità che si chiama Virtual Joistick e descritta negli SDK.

Viene da se pensare che tutte le applicazioni basate sui Mobile SDK e che per l’appunto eseguono la modalità di volo non sfruttando il processore e il firmware (software di controllo) sul drone stesso, siano in un qualche modo penalizzate, da smarpthone poco performanti. Da altre applicazioni che possano interferire con le elaborazioni o con le debolezze delle applicazioni stesse scritte da programmatori di terze parti.

App Rainbow per drone DJI MINI 2, Active Track e Waypoint: le nostre conclusioni

immagine di app rainbow active track mini 2
Il Tracking del soggetto in movimento a bassa velocità funziona con Rainbow, ma non fateci troppo affidamento

Il risultato finale di questa mini prova, lo potrete vedere nel video in testa all’articolo, ma riassumendo possiamo dire per quanto riguarda la applicazione Rainbow usata con il drone DJI MINI 2, che tutto sommato, i waypoint vengono raggiunti e il soggetto, se ben contrastato, se non si muove troppo velocemente, viene seguito.
Di certo non sono modalità di volo che si possono usare in casi reali, tipo inseguimento di una bicicletta in montagna o altre attività sportive.
Molto probabilmente però ad oggi,  non investiremmo qualche euro per pagare questa applicazione.

Concludendo diciamo che Rainbow “funzionicchia“, che certamente migliorerà con il futuro, ma ricordiamoci che spesso dietro alla realizzazione di queste applicazioni troviamo non un pool di sviluppo, ma un solo e volenteroso programmatore, che per quanto talentuoso potrebbe in futuro non avere più voglia o interesse di proseguire nello sviluppo della app.
In ogni caso quando si testano queste applicazioni, che potrebbero essere ancora immature, meglio sempre fare le prove in una zona adeguatamente scelta e sempre pronti ad interrompere la missione con il bottone sul radiocomando.

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