Si parla ancora di droni in questo oramai mese di guerra tra Russia e Ucraina. Vengono usati sia quelli militari sia quelli consumer impiegati dalle truppe di terra per individuare i nemici o trovare bersagli da colpire.
Nella bufera ancora una volta di droni DJI, oggetto di scambi molto accesi su Twitter da parte di chi chiede l’oscuramente del sistema rilevazione Aeroscope e il produttore cinese che afferma di non volere o poter negare e concedere a nessuno dei due contendenti un vantaggio tattico.
Nei giorni scorsi Blake Resnick, un  22enne americano,  fondatore della azienda statunitense BRINC specializzata nella produzione di droni per la prima risposta nelle situazioni emergenziali; ha spedito 10 esemplari dello UAS Lemor S al servizio di emergenza ucraino.
Insieme ai droni, verrà fornito un breve corso di due giorni per insegnare ai futuri piloti ad usarli nelle missioni di ricerca dispersi a seguito dei bombardamenti russi.

I Lemur S sono droni molto costosi, progettati per lavorare nelle condizioni di emergenza. Questo campeggia sulla pagina del produttore di Seattle.
Dotati di guida tramite Lidar, potrebbero non essere influenzati dall’offuscamento o spoofing dei segnali satellitari GPS.
La trasmissione dei dati tra radiocomando e drone è cifrata, a bordo incorporano microfono e alto parlante per permettere di dialogare con il disperso. Sono dotati di visione notturna con illuminatore a infrarossi.
Possono volare per 45 minuti e hanno speciali protezione delle eliche che gli permettono letteralmente di aprire delle porte.

Fonte Washington Post
https://www.washingtonpost.com/world/2022/03/24/ukraine-war-drones/
 




