Si è svolto venerdì scorso a Spoleto, con un vento sferzante che ha reso le operazioni abbastanza complicate, il volo del drone incaricato di monitorare le condizioni del Ponte delle Torri a seguito del terremoto del 24 agosto. La struttura, un imponente ponte acquedotto probabilmente di origine romana e monumento simbolo della città, era stata chiusa con ordinanza del sindaco Cardarelli il giorno seguente al sisma.
A distanza di quasi due mesi, le operazioni di monitoraggio, condotte dai tecnici della M&G Engineering e della Essentialark, hanno permesso di effettuare rilievi fotogrammetrici e laser-scanner del ponte, sorvolato in lungo e in largo da un drone per definire il quadro fessurativo del monumento storico. I risultati, che saranno consegnati al commissario per la ricostruzione Vasco Errani, dovranno stabilire se e quanto l’ultimo terremoto ha minato ulteriormente la sicurezza della struttura, che già da tempo denotava elementi a rischio, come l’arco rampante, la parte intradossale degli archi principali e il paramento murario del muro di supporto della canaletta.
“Abbiamo voluto controllare la terza arcata a partire dal lato della Rocca – ha spiegato Giuseppe Scatolini della M&G Engineering – avevamo già delle situazioni particolari e ora vedremo se sono peggiorate. Inoltre abbiamo riscontrato delle nuove situazioni di rigonfiamento e di lesioni lungo tutto il muraglione, dove si sono anche verificate delle nuove fuoriuscite d’acqua che ci testimoniano che qualcosa è cambiato”.
Il quadro fessurativo emerso dai rilievi della scorsa settimana verrà confrontato con quello del 2010 e anche con foto storiche dal 1990 a oggi, in modo da individuare esattamente le lesioni causate dall’ultimo terremoto. Anche l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, sta lavorando ad un progetto di monitoraggio del ponte per effettuare, attraverso speciali sensori, la misurazione delle vibrazioni.





