Di Giovanni Marcianò, dirigente scolastico ITIS Quintino Sella – Biella e
Simonetta Siega, componente Equipe Formativa Territoriale-Piemonte per il Ministero dell’ Istruzione
L’esperienza della Rete nazionale di scuole “Robocup Jr Italia” nata nel 2008 da otto ITIS italiani del Piemonte, Veneto e Sicilia, nel 2020 ha preso il volo: dalla robotica terrestre a quella volante, a base di droni: “Nei prossimi anni si intuisce che potrebbe essere il volo stabilizzato
il nuovo campo di attenzione per i giovani studenti appassionati di tecnologie innovative, e lo spazio aereo il terreno da esplorare e studiare attivamente.
Con il diffondersi dei droni, afferma il responsabile scientifico della rete Robocup Jr, nata nel 2008 la scuola è sfidata a proporre una nuova educazione: l’ “educazione al volo” rispettando il “codice dell’aria” e promuovendo la sicurezza necessaria di cui il Regolamento europeo detta norme e come ben sappiamo prevede severe sanzioni.
Per avviare sempre più Istituti scolastici in questo nuovo settore tecnologico, stiamo replicando l’approccio e la metodologia didattica (LRE) che hanno favorito lo sviluppo nella scuola italiana della “Robotica Educativa” tra il 2002 e sino al 2020. In tal senso il know-how maturato dalla prima Rete nazionale di scuole “Robocup Jr Italia ci ha permesso di bruciare le tappe e condurre un’efficace azione di ricerca e sperimentazione, di cui qui pubblichiamo i primi esiti.

Volare per imparare
La domanda naturalmente è perché usare dei droni a scuola? Ovviamente per “volare per imparare”, dato che la funzione di “scuola di volo” è già presente in molti Aeroclub, che stanno riorganizzandosi per rilasciare le certificazioni ai piloti di APR per finalità professionali (classe “specific”).
Ma ancor più ci sentiamo di incoraggiare altri Istituti a conoscere le potenzialità che – anche in classe “open” – l’attività di volo può rappresentare. Perché abbiamo visto come il volo reale, ben più delle tecnologie virtuali, suscita emozioni e sfide rispetto a un contesto – il cielo e le tre dimensioni in cui si vola – che richiede competenze solitamente sopite e inespresse.
Abbiamo visto che l’esperienza del pilotaggio remoto nel contesto scolastico – laboratoriale, in cui un discente viene messo alla prova nel tentare di dominare le tecniche di pilotaggio remoto, stimola attenzione e concentrazione sui fattori in gioco, non ultimo nella rapida presa di autonoma coscienza dei propri limiti, motivando lo sforzo per il loro superamento.
La realtà concreta di un drone in volo non ha pari con le percezioni alterate da visori 3D, tecnologie di “realtà aumentata” e altre tecniche che allontanano la persona dalla percezione diretta, e controllabile concretamente, di un ambiente reale, in cui imparare facendo volteggiare il proprio drone tra il suolo e il cielo, vicino – lontano da noi, attorno a noi a quote diverse. Da solo o in sciame con altri droni.
Quanti studenti e docenti hanno avuto questa esperienza? Non sono disponibili dati o statistiche nel merito. Ma è facile trovare traccia sui social di docenti che utilizzano un drone nel tempo libero, e alcuni di questi lo portano anche scuola per farlo vedere ai ragazzi. Il contatto con alcuni di questi ha però confermato che non vi sono esperienze mirate ad avviare gli studenti a pilotare un (piccolo) drone, e nemmeno a informare su regole e attenzioni da avere per farne un uso sicuro, personale o a scuola. Quello che possiamo dire è che la prima sperimentazione si è svolta presso l’ITIS Quintino Sella di Biella dal 2 al 31 maggio 2021, condotta in prima persona da chi scrive, che– oltre al personale curriculum di ricercatore in campo delle TD – ha maturato oltre 400 ore di pilotaggio APR in contesti “open category”.
La sperimentazione ha coinvolto sei unità di personale in servizio – docenti laureati, ITP e AT – per un avvio all’uso di APR in contesto scolastico e per dare loro una prima formazione all’impiego sicuro.
Sono stati utilizzati quattro APR di classe C0 (peso inferiore ai 250 g) di ultimissima generazione, testandone l’uso negli ambienti scolastici tipici delle scuole superiori, e ricercandone la compatibilità con le regole dell’aria e le norme di sicurezza vigenti. Si è anche organizzata una sessione di volo presso un campo di volo autorizzato, gestita da aeromodellisti biellesi, verificando la fattibilità di collaborazioni con soggetti del territorio tradizionalmente attivi nel settore.
Le risultanze finali hanno confermato le premesse teoriche, ma ancor più hanno permesso di acquisire elementi certi rispetto alle prescrizioni opportune per lo svolgimento in sicurezza nei contesti scolastici. Tutte le conoscenze acquisite sono divenute elementi del percorso di formazione, per cui sono stati sviluppati materiali e video di documentazione che possono favorire la replicabilità del progetto presso altri Istituti superiori.
Tutti i partecipanti alla sperimentazione hanno poi conseguito l’attestato EASA A1/A3 per la conduzione di APR, frequentando il percorso online e superando la prevista prova teorica. In forza di queste esperienze e titoli sono in atto le prime attività con studenti del IV – V anno, in cui la competenza di pilotaggio APR è funzionale a tematiche di percorsi di approfondimento curriculari riferiti a contesti professionali in cui l’APR sta divenendo strumento operativo al servizio delle professionalità di riferimento per gli indirizzi di ITIS, ma anche per ricerca e studio in settori connessi al percorso di Liceo Scientifico Scienze Applicate.
Droni anche per i bambini delle elementari e medie
Alla luce del successo della prima sperimentazione, e con lo scopo di approfondire le problematiche connesse all’età degli alunni del primo ciclo, che nel nuovo contesto normativo non permetterebbe loro la conduzione di un APR, ed anche sul piano delle abilità/competenze necessarie suscita perplessità, si è svolta tra i mesi di ottobre 2021 e aprile 2022 una seconda sperimentazione nel primo ciclo di istruzione, grazie alla disponibilità alcune scuole del Verbano Cusio Ossola facenti capo al CTI di Domodossola. La sperimentazione è stata svolta dalla dott.ssa Simonetta Siega (che aveva partecipato alla prima sperimentazione, oltre ad avere un personale curriculum di ricercatrice ed essere in possesso dell’attestato EASA A1/A3) coinvolgendo gli studenti in prima persona, sia per educarli all’uso corretto di un drone-giocattolo2 sia per una prima disamina dei possibili impieghi a scuola, oltre l’aspetto generale dell’educazione all’uso corretto e sicuro di questi prodotti tecnologici.
Simonetta Siega racconta così l’esperienza con i piccoli: “Nella mia esperienza personale con i droni ho realizzato quanto questo impegno all’aria aperta mi stava aiutando a superare la tensione e il disagio accumulato durante il forzato lock down. Davvero un’esperienza liberatoria. Conclusa positivamente la sperimentazione di Biella, ho maturato l’idea di provare a immaginare come far pilotare ai ragazzi più giovani un oggetto non solo tecnologico, innovativo ma anche volante!. La proposta che ho rivolto al prof. Marcianò ha portato quindi allo sviluppo di questa seconda sperimentazione, ancor più sfidante in quanto richiedeva di affrontare sia il problema delle corrette dotazioni da adottare, sia le specifiche abilità/competenze possibili da parte di alunni in età precoce. Elementi tutti da esplorare e conoscere sul campo, nell’applicazione effettiva.

La risposta dei ragazzi più piccoli è stata entusiasta, come si vede dai commenti degli alunni delle elementari:
- Alcuni giorni fa io e la mia compagna M. abbiamo fatto un’esperienza con il drone. Mi sono divertito e non sapevo che il drone poteva ruotare”.
- “Non avevo mai provato un drone finora. È stato facile, alcune volte non riuscivo ad andare avanti perché il drone andava a sinistra; guardavo il drone in alto e non stavo attenta al movimento delle dita sul radiocomando. Ma mi sono divertita molto con il drone e ho imparato a decollare e ad atterrare.”
- “Oggi mi sono divertito, abbiamo fatto la prova d’accensione, di farlo decollare e atterrare, la prova di abilità. È stato insegnativo (uhm, qui la maestra avrà da ridire sulla grammatica, ma apprezza la creatività del neologismo, ndr) e molto divertente.”
E anche i ragazzini delle medie hanno apprezzato:
- “Questa attività è stata molto carina ed alternativa a quella che può essere una semplice attività scolastica. Non avendo mai “guidato” un drone, sono riuscita ad imparare, a capire anche varie condizioni di spazio. Ho fatto alcuni “percorsi”, sono anche riuscita a migliorarmi rispetto al primo incontro e a tenere un pochino la mano più ferma [sul radio comando]”.
- “In realtà non so come descriverla però so che è stata un’esperienza unica e meravigliosa, spero ci saranno altere possibilità di fare questo bellissimo progetto perché personalmente mi è piaciuto molto!”
- “Io ho provato felicità quando partiva. Mi sentivo bene quando riuscivo a fare le “acrobazie” [evoluzioni su rotte geometriche]. È stato divertente, mi è piaciuto.”
- “A me è piaciuta moltissimo questa esperienza perché abbiamo fatto molte forme geometriche con il drone tra cui il cerchio, quello che mi è piaciuto di più. Dovevamo farlo decollare e farlo muovere.”
Ma perché i droni sollecitano tutte queste emozioni?
La letteratura potrebbe suggerirci una risposta molto suggestiva: “Volare è uno dei più grandi sogni dell’umanità, uno dei progetti più ambiziosi al quale l’uomo si sia mia avvicinato, un percorso che ha visto fallire, nel tentativo, molte delle menti geniali in cui la storia ha avuto testimonianza”.
Oggi non vogliamo pensare a come imparare a volare, ma provare ad avvicinare all’esperienza del volo con i droni i ragazzi più giovani della scuola primaria e secondaria di primo grado, per completare la loro esperienza del mondo in cui viviamo e operiamo.

Un risultato inatteso è l’aver meglio compreso quanto sia importante educare non solo i ragazzi ed i docenti a scuola ma anche le famiglie e la società per sfatare tanti luoghi comuni e fake-news su questi strumenti tecnologicamente avanzati, per saper vedere il bello di questa esperienza e al contempo prendere coscienza dei rischi; quindi diffondere il senso di RESPONSABILITA’ che ogni pilota di APR deve possedere a prescindere.
Le tecnologie hanno sempre avuto questo duplice aspetto: da una parte portare innovazione ma dall’altra rendere meno stabile la sicurezza. E come per l’uso della rete, di internet, non è mai utile proibirne l’uso a prescindere, ma educare ad un uso sicuro della rete; così con i droni non si può lasciare al semplice buon senso un uso così importante come quello degli APR.

L’esperienza della Rete nazionale di scuole “Robocup Jr Italia” nata ne
il nuovo campo di attenzione per i giovani studenti appassionati di tecnologie innovative, e lo spazio aereo il terreno da esplorare e studiare attivamente.



