Già un anno fa i progressi dell’intelligenza artificiale sentenziarono il netto e definitivo sorpasso, nelle gare di droni in fpv, dei velivoli autonomi nei confronti persino dei migliori piloti umani (leggi qui l’articolo “Drone racing: l’IA batte il pilota umano sul circuito di FPV“).
Eppure, come osservarono in molti, la competizione tra uomo e macchina applicata al drone racing non è del tutto equa, perché il sistema che pilota il drone possiede, nei confronti dei piloti in carne ed ossa, il vantaggio determinante basato sulla consapevolezza ambientale assoluta lungo tutto il circuito.
Vantaggi del pilota IA
Già, perché grazie al sistema di acquisizione del movimento basato su telecamere disposte tutte intorno al circuito, e alla velocità di calcolo offerta dal computer esterno, l’intelligenza artificiale alla guida del drone è perfettamente consapevole, in ogni istante della corsa, del punto esatto in cui si trova, della sua velocità e del suo orientamento, elementi rispetto ai quali un pilota umano sviluppa nel tempo solo una buona capacità intuitiva, una percezione che non può ricalcare alla precisione i dati effettivi.
Uno dei limiti più evidenti del pilota umano rispetto al sistema di intelligenza artificiale, banalmente, è già quello di non poter contare sulle immagini del drone riprese dall’esterno, in quanto per tutta la durata del pilotaggio egli è costantemente immerso nella visione fpv “di bordo”.
Un’altra sostanziale differenza tra i due piloti risiede nel fatto che l’IA è in grado, alla luce di come sono distribuiti i waypoint del circuito e dei limiti fisici del drone, di stabilire con esattezza la traiettoria ideale che permette di completare ogni giro nel minor tempo possibile, mentre il pilota umano, anche dopo ore ed ore di pratica su un nuovo circuito, sviluppa sì una sua idea di percorso ottimale, ma può in alcun modo sapere se ne esistono di migliori.
Grazie a questi indubbi vantaggi, durante dei test organizzati nei giorni scorsi dal Robotics And Perception Group dell’Università di Zurigo, un drone JS-1 Drone pilotato dall’intelligenza artificiale è riuscito a completare un giro di circuito in 5,3 secondi con una velocità di punta di 110 km/h, con un distacco di 1,8 secondi in meno per giro rispetto alla performance effettuata da Thomas Bitmatta, pilota già due volte campione della MultiGP International World Cup.
Nel video, la sbalorditiva performance del drone IA sul circuito.
Togliamo il “doping” al pilota IA
Ma come andrebbero le cose se il drone autonomo fosse penalizzato quel tanto che basta da rendere ipoteticamente più equa la competizione? Niente più sistema di motion capture esterno, niente più computer esterno dedicato al calcolo delle traiettorie: solo visione di bordo per il robot e per l’uomo, e solo computer di bordo (o cervello) per fare i calcoli e volare il più velocemente possibile lungo il percorso.
Alla nuova sfida sono stati invitati, oltre al già citato Thomas, altri due volti noti dell’FPV racing, ossia i piloti Alex Vanover (campione dell’edizione 2019 della Drone Racing League) e Marvin Schäpper (campione dell’edizione 2021 della Swiss Drone League) e ognuno dei tre piloti ha potuto “allenare i pollici” svolgendo oltre 700 giri di prova del nuovo circuito. Per un assaggio della gara, ecco una clip di anteprima che mostra il testa a testa tra il drone pilotato dall’IA (luci di colore azzurro) e il drone pilotato da uno dei campioni in carne ed ossa (luci di colore rosso).
Vi aggiorneremo nei prossimi giorni con tutti i risultati e i video finali dell’interessantissimo appuntamento.




