In tanti si chiedono come farà Amazon a proteggere i suoi droni e il loro carico da ladri e hacker, quando – in un futuro non sappiamo quanto lontano – consegneranno per davvero gli acquisti ai clienti. Una prima risposta arriva da un brevetto che il gigante del retail online ha depositato in questi giorni.
I droni carichi faranno sicuramente gola ai malintenzionati, e proteggere macchine e carico è un a delle tante condizioni imprescindibili perché il delivery via drone possa un giorno decollare per davvero. Amazon affronta il problema in un brevetto depositato in questi giorni. Il succo della questione è una “mesh”, cioè una rete, di droni che durante il volo si tengono d’occhio l’uno con l’altro, per assicurarsi che ogni fattorino volante segua la sua rotta e non abbia problemi.
Il rischio più concreto secondo Amazon è che vengano usati dei jammer per cercare di catturare o far precipitare i droni e appropriarsi del prezioso carico (che poi magari dopo tutta questa fatica lo sfortunatissimo mariuolo si ritrova in mano i logbook di DronEzine, ma tant’è). Per scongiurarlo, Amazon punta sulla collaborazione tra droni, che si scambiano dati su velocità, rotta, stato di salute, quota, qualità del segnale e via così; se c’è qualche anomalia, la rete la segnala al centro di controllo e il drone entra in safe mode, in pratica o torna autonomamente alla base o atterra. Il tutto rinforzato da tecniche più consuete come frequency hopping e spread-spectrum, che aiutano a tenere i malintenzionati fuori dai link di controllo.