Difendere le galere dai droni

In Canada, dal 2014 ad oggi ci sono stati 41 violazioni dello spazio aereo delle carceri commesse con dei piccoli droni. Robot volanti che contrabbandano ai prigionieri droghe, armi, ordini delle cosche. O semplicemente servono a monitorare il tempo di risposta dei secondini e la loro organizzazione.

opDon Head, un commissario canadese per gli istituti di pena, in una conferenza a Londra sul contrasto ai droni illegali  ha posto il problema di come i droni illegali possono mettere a rischio la salute e la sicurezza delle carceri. E’ la prima volta che il sistema penitenziario canadese, il CSC (Correctional Service of Canada) riconosce pubblicamente l’esistenza del problema e le sue strategie per contrastarlo. 41 sono stati gli incidenti che hanno visto in Canada droni violare lo spazio aereo delle carceri, e non si tratta di fotografi incoscienti o aeromodellisti distratti, ma veri delinquenti. Nel carcere di Collins Bay, nell’Ontario (nella foto) ci sono state sei incursioni, in alcune delle quali sono stati paracadutati droghe e un cellulare, portando anche al blocco del carcere. “Non è un problema solo canadese, ma mondiale” ha detto Head.

Uno dei problemi, riconosce Head, è che i droni sono destinati a diventare più piccoli, più furbi, più agili nel prossimo futuro, rendendo sempre più difficile il gioco delle guardie e ladri visto dalla parte delle guardie. Inoltre il problema è nel carico: l’abbattimento di un drone potrebbe causare danni enormi se carico di sostanze chimiche, esplosive o batteriologiche. Per la difesa, Head consiglia un mix high tech basato su radar 3D, sistemi che pernettano di riconoscere i link di controllo radio e camere capaci di vedere di notte. Almeno per riuscire a capire che c’è un’incursione e sequestrare il carico.

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