Idea: un Drone Commestibile con le ali di riso soffiato

Quanto parliamo di trasporto via drone, è evidente che il payload, ossia il motivo vero e proprio del trasporto, rappresenta solo una quota minoritaria del peso complessivo che deve essere sollevato dai motori (di solito circa il 25-30%), mentre il resto del peso consiste nel velivolo stesso. Se ipotizzassimo di usare di inviare cibo coi droni all’interno di missioni di salvataggio per rifornire delle persone rimaste bloccate, o magari delle truppe dislocate in aree lontane, quindi in situazioni di emergenza, l’inefficienza dei droni tradizionali sarebbe piuttosto limitante.

Non è la prima volta che si sente parlare di un drone edibile, almeno in parte. Già del 2017 infatti in un nostro articolo vi parlammo del Pouncer, un drone concepito per raggiungere le zone di guerra per portare cibo alle popolazioni assediate afflitte dalla fame.

Per situazioni di emergenza come quelle citate, alcuni ricercatori dell’EPFL (il Politecnico federale di Losanna) hanno sviluppato un nuovo drone costruito utilizzando delle parti commestibili. Nel loro articolo “Toward edible drones for rescue missions: designing and flying nutritional wings”, gli autori Bokeon Kwak, Jun Shintake, Lu Zhang e Dario Floreano hanno presentato, alla conferenza internazionale IEEE/RSJ su robot e sistemi intelligenti svoltasi la settimana scorsa a Kyoto, un modello di drone “edibile” ad ala fissa, nel quale però le ali sono realizzate utilizzando del riso soffiato e gelatina. Nel loro modello, il payload del cibo trasportato passa dal 30% al 50% del totale.

Come è fatto il “drone da mangiare”

La base di partenza sono le classiche gallette rotonde di riso soffiato, che vengono tagliate dal laser a forma esagonale in modo che possano essere facilmente incollate le une alle altre come tessere di una struttura complessa rettangolare. Per attaccarle tra loro si usa una soluzione di acqua e gelatina, dopodiché l’ala del drone viene imballata con della plastica e modellata per renderla più resistente ed isolarla affinché non gonfi e si rompa a contatto con l’umidità.

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I segreti del riso soffiato

Il riso soffiato possiede delle caratteristiche sorprendenti, di leggerezza e resistenza, che lo rendono paragonabile all’EPP (polipropilene espanso), che è uno dei materiali più usati per la realizzazione delle ali dei droni. Inoltre, il riso soffiato possiede una buona densità calorica e rappresenta quindi un ottimo materiale per chi cerca il compromesso tra efficacia nutritiva e funzionalità ai fini del volo. A questo proposito va sottolineato che le dimensioni delle ali possono essere modulate in base al fabbisogno energetico che si intende fornire: per capirci, un’apertura alare di circa 70 centimetri corrisponde a circa 300 kcal, che più o meno corrispondono ad una porzione di cibo per la colazione.

Bokeon Kwak, uno degli autori, spiega che il principale criterio del design è stato trovare il miglior compromesso tra sufficienti proprietà meccaniche e peso più leggero possibile utilizzando materiali commestibili, e aggiunge che questi criteri possono essere espansi inserendo materiale edibile più grasso, come ad esempio la cera commestibile, che da un lato aumenterebbe le calorie a parità di dimensioni, ma allo stesso tempo appesantirebbe anche un po’ il drone.

Per il resto, il telaio e la coda sono costituiti da fibra di carbonio e schiuma, e la struttura può essere utilizzata altre volte, rendendo ancora più efficiente la missione. Vale la pena sottolineare che questi droni, in grado di volare fino a una velocità di circa 10 m/s,  dovrebbero coprire solo il tratto di andata, perciò è possibile ridurre anche il peso della batteria.

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