Oramai non fa più notizia leggere che a un turista sprovveduto o incurante delle leggi italiane, sia stato sequestrato il drone perché volava nella principali piazze di Venezia, Firenze o sul Colosseo a Roma.
Se ne parla invece quando il pilota e tutta l’operazione si sia svolta nel rispetto degli attuali regolamenti europei ed italiani che normano le operazioni in certe zone d’Italia.
Il fatto è avvenuto a Roma qualche giorno addietro e ce ne da conto Giuseppe della Acme srl (nome di persona e aziendali di fantasia).
“Ci hanno portato in caserma e sequestrato il drone per violazione dello spazio aereo, nonostante avessimo permessi ed autorizzazioni” – ci racconta Giuseppe alquanto scosso –“il nostro team era composto da due piloti e un osservatore; prima di iniziare la missione di volo ci siamo fatti identificare dalle pattuglie della Polizia locale di Roma Capitale, dai Carabinieri e dall’Esercito. Abbiamo quindi iniziato le riprese commissionate da una casa di produzione”
Roma marzo 2023 – A quanto pare la prima parte della missione di volo per realizzare un documentario sui Fori Imperiali e sul Colosseo era iniziata senza problemi. Addirittura un responsabile si era complimentato per la loro professionalità.
Ma era solo l’inizio della giornata, dopo qualche ora la situazione mutò notevolmente.
“Ad un certo punto si sono avvicinate due persone del Parco del Colosseo che senza presentarsi, dicevano che sopra al Colosseo non potevamo volare senza autorizzazione e ci hanno intimato di far atterrare il drone con modi molto bruschi.” – prosegue Giuseppe – “Pazientemente abbiamo fatto atterrare il nostro UAS (drone) e abbiamo mostrato il nulla osta ottenuto dalla Prefettura di Roma, responsabile della Pubblica Sicurezza e gli altri incartamenti e scambi di email con ENAC e l’ente Parco.
“La situazione non si placa, ci dicono che Roma è tutta zona rossa e che i permessi della Prefettura non sono validi.
Nel frattempo oltre agli agenti della Polizia Locale, sopraggiunge sul posto una pattuglia dei Carabinieri.
Anche in questo caso evidenziamo il fatto che eravamo autorizzati e peraltro già conosciuti dal Parco in quanto avevamo eseguito diverse riprese nei giorni e periodi precedenti, ma nulla da fare.” – prosegue Giuseppe.
“Avevamo richiesto e ottenuto i permessi dalla Prefettura, dal DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e avevamo inviato richiesta ad ENAC compilando il modulo ATM-05.
Purtroppo i militari senza nemmeno controllare la documentazione e i permessi, ci hanno condotto in caserma, ci hanno sequestrato il drone e contestato la violazione del Codice della Navigazione“.
Violazione del Codice della Navigazione, un reato penale
Situazione paradossale, quella capitata a Giuseppe e alla Acme srl (sempre nomi di fantasia) che si sono visti interrompere il lavoro al punto tale da non poter consegnare le riprese al committente; dato che il drone, i controller e la scheda di memoria, sono stati posti sotto sequestro.
Ricordiamo che la violazione contestata – art.1102 Codice della navigazione: “Navigazione in zone vietate e divieto di sorvolo” – è di carattere penale; quindi hanno dovuto eleggere un domicilio presso un legale per fronteggiare un dibattimento giudiziario.
Il drone o UAS sequestrato era un DJI Inspire 2, spesso utilizzato in contesti cinematografici o documentaristici, quindi anche dal punto di vista economico, il danno non è indifferente.
Non era il loro primo rodeo, ci spiega Giuseppe telefonicamente, operano regolarmente sulle piazze di Roma e Milano collaborando con Comuni, università e sono spesso in contatto con le istituzioni e le prefetture.
I piloti erano chiaramente identificabili, indossando giubbetti catarifrangente e la zona di decollo e atterraggio era libera da persone.
I permessi per la missione li avevano tutti e cosa poteva andare storto?
A dire il vero non lo sappiamo e se lo domandano anche loro, che di mestiere fanno questo per vivere: missioni con il drone per mappare siti o zone cittadine con la tecnica della aerofotogrammetria, effettuare brevi clip promozionali per Parchi pubblici, collaborazioni con Comuni alla ricerca di discariche abusive.
Non menzioniamo i nomi dei protagonisti in quanto il procedimento è in corso; abbiamo richiesto commenti al comando dei Carabinieri che ha effettuato il sequestro e siamo disponibili a pubblicare una eventuale risposta da parte della forze dell’ordine.