Gruppo Autostrade per l’Italia ha annunciato con un comunicato sul sito ufficiale l’avvenuta conclusione, solo pochi giorni fa, della prima fase del Programma “Falco”, un sistema sperimentale che si basa sull’uso di droni per monitorare lo stato della viabilità anche in tratti autostradali non coperti da telecamere. Saranno i droni, quindi, a monitorare il traffico ed eventuali cantieri lungo questi tratti della rete, con i video che verranno inviati in tempo reale direttamente al Centro Radio Informativo.
E se nel caso di altri Paesi un’iniziativa del genere la avevamo già vista diversi anni fa (a questo proposito vi segnaliamo questo articolo su un progetto francese del 2017), in Italia siamo invece di fronte a un’operazione che, per via del numero di ore di volo e delle specifiche caratteristiche, non ha precedenti.
Aspi ha infatti reso noto che questa prima fase del programma ha interessato alcune tratte autostradali liguri della A26 e della A10 per un totale di 60 km, lungo i quali 5 modelli diversi di droni sono stati testati per un totale di 16 ore (di cui 3 in notturna) all’interno di un periodo di tempo di circa 10 giorni, svolgendo un totale di 79 voli condotti in modalità EVLOS (tra programmati e non) e monitorando complessivamente 26 target differenti.
Per i test è stata scelta l’area della Direzione di Tronco di Genova, così che l’opportunità e i limiti dell’impiego di droni potessero essere valutati all’interno di uno dei territori orograficamente più complessi d’Italia, nonché in condizioni metereologiche potenzialmente avverse.
I voli hanno permesso di osservare elementi come cantieri di lavoro, segnaletica stradale, esatta estensione delle code, stato della pavimentazione e del verde, mentre quelli notturni, svolti con l’impiego di telecamere termiche e infrarossi, hanno permesso di osservare condizioni operative particolari come le fasi di attivazione di un cantiere di lavoro e il transito di trasporti eccezionali.
I risultati dei test sono stati condivisi con ENAV, che ha fornito spunti utili all’individuazione di ulteriori miglioramenti tecnici e operativi che verranno implementati già a partire dalla prossima fase del progetto, prevista per questa estate, nella quale i droni voleranno in modalità automatica lungo rotte predefinite. Ecco perché sono già stati progettati e installati dei “nidi”, ossia dei punti dedicati per alloggiare i droni e consentire loro di sorvolare il tratto assegnato sull’A26 dal bivio A10 a Ovada, e sull’A10 tra l’allacciamento con la A26 e Varazze.
In futuro, l’impiego dei droni potrebbe entrare a far parte delle normali attività di pattugliamento della rete, supportando i tecnici nel rilevamento di potenziali pericoli, garantendo minori tempi di intervento e una migliore qualità del servizio.




