Arriva l’estate si può volare con i droni in spiaggia SI o NO?

1 giugno, inizio della stagione balneare nel vero senso del termine, anche se in molti contesti tale stagione inizia molto prima e termina molto dopo.
E tutti gli anni, oltre alle solite problematiche ben note al pubblico generalista, fioriscono divieti per il sorvolo con i droni sulle aree demaniali e in particolar modo sulle spiagge.

Nei giorni scorsi sono spuntati cartelli con la fatidica scritta No Drone Zone usando anche termini stranieri. Ordinanze comunali o addirittura regionali.
Tutte le istituzioni stanno provando a normare, soprattutto vietando, il volo con i droni sulle spiagge appellandosi magari a normative che non sono applicabili per il volo ricreativo.
Un esempio su tutti il Comune di Fiumicino, ma ultimo non ultimo anche l’ordinanza della Regione Abruzzo, che vieta il sorvolo della battigia addirittura dal 3 marzo al 26 novembre. Beati loro che hanno una estate così lunga.

 

Nella ordinanza viene riportato quanto segue;
2. È VIETATO DURANTE LA STAGIONE BALNEARE (6 marzo – 26 novembre):
a) utilizzare attrezzature balneari dopo il tramonto e/o le operazioni di igienizzazione senza il
consenso del concessionario;
b) praticare qualsiasi tipo attività che possa costituire pericolo per l’incolumità delle persone o recare disturbo ai bagnanti;
c) sorvolare le spiagge e gli specchi acquei limitrofi con qualsiasi tipo di velivolo, droni compresi, ad eccezione dei mezzi di soccorso e di Polizia, a quota inferiore a 300 metri, così come previsto dal Regolamento ENAC RAIT.5006 (Altezze minime per il sorvolo delle spiagge);

immagine di ordinanza no droni regione abruzzo

Ora fa specie notare come la citazione delle Regole dell’Aria e in particolar modo la RAIT 5006 (ora 5005 par 1) sia tirata in ballo, quando EASA ha chiaramente stabilito che i droni operanti nella categoria Open, non sono soggetti al regolamento SERA (Regole dell’aria standardizzate europee) che comprende naturalmente anche le RAIT nostrane.

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[Leggi anche Consigli per volare col drone sul mare – mini HowTo]

Giustamente questo far west normativo, mette in difficoltà tutti i piloti e gli operatori di UAS (questo è il nome dei droni da punto di vista tecnico) che vogliano comportarsi nel rispetto delle regole e con la coscienza pulita.
Inutile normare qualcosa che è già normato:
i sorvoli degli assembramenti di persone sono vietati per tutti i droni, quindi la sicurezza dei bagnanti in spiaggia o negli specchi d’acqua adiacenti, come recita l’ordinanza, sono già garantiti.
Inoltre la gestione dello spazio e della sicurezza aerea rimane in capo all’Ente Nazionale Aviazione Civile.

Che fare quindi? Rischiare di dove subire una contenzioso tra i vari Comuni o/o Regioni e cercare di far valere i propri diritti o subire passivamente una situazione paradossale evitando l volo con i droni?

Non è semplice dare una risposta, anche se dal punto di vista giuridico sarebbe tutto sommato facile.
Ma dal punto di vista pratico, le eventuali spese legali e altri impicci anche economici per la risoluzione di un cozzare di ordinanze e circolari, spettano sicuramente e in prima battuta ai cittadini o piloti di droni.

 

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