Ormai è arrivata l’estate, con le relative vacanze, e il turismo anche nelle città d’arte è aumentato, così non sorprende di trovarsi di nuovo di fronte a un caso di un volo irregolare col drone su uno dei luoghi più visitati d’Italia: in questo caso il Colosseo di Roma.
È infatti di sabato scorso la notizia, su RomaToday, di un turista argentino di 32 anni che, in visita nella capitale, ha pensato di immortalare la sua gita nella città eterna regalandosi una ripresa aerea del Colosseo, il suo iconico simbolo conosciuto in tutto il mondo.
Come già accaduto in tanti altri casi di cui vi abbiamo raccontato negli anni, le forze dell’ordine hanno notato il drone nel cielo e hanno rintracciato il relativo pilota, prima costringendolo ad atterrare e poi procedendo alla denuncia e all’inevitabile sequestro del mezzo, come da prassi.
Evidentemente, nonostante da diversi anni vige il divieto di sorvolo sull’area archeologica di Roma, chiaramente riportato anche sul portale di riferimento d-flight, che in quel luogo riporta “Operazioni UAS non consentite” (anche se “Eventuali deroghe possono essere autorizzate da parte di ENAC secondo le disposizioni vigenti contenute nelle circolari ENAC serie ATM”), i turisti dimostrano di non essere al corrente di queste restrizioni o di ignorarle deliberatamente, sperando magari di non essere “beccati”.
Una speranza che, nel caso specifico dei sorvoli dell’area del Parco del Colosseo, è più che mai vana, perché a quanto pare i controlli sono talmente puntuali e scrupolosi al punto da “mettere nei guai” persino i piloti che, dovendo fare delle riprese per lavoro, si erano preoccupati di volare legalmente nell’area, collezionando per tempo permessi ed autorizzazioni (tra cui il nulla osta rilasciato dalla Prefettura di Roma). Tutto questo è successo solo pochi mesi fa e trovate il racconto degli avvenimenti in questo articolo.
