La scoperta è stata fatta nella riserva protetta di Limahuli sull’isola hawaiana di Kauaʻi dal pilota Ben Nyberg del National Tropical Botanical Garden.
La scoperta ha lasciato a bocca aperta i botanici, come spiega a The Verge l’ecologo Merlin Edmonds, un altro scienziato pilota del National Tropical Botanical Garden. “Normalmente una scoperta del genere richiede giorni di esplorazioni a piedi in territori estremamente pericolosi, con il drone sono bastati venti minuti. E’ incredibile come questa tecnologia cambierà il lavoro dei botanici e dei naturalisti”. La scoperta è avvenuta in un canalone su un’impressionante dente di roccia, come si vede dalla foto, assolutamente impenetrabile per una spedizione a piedi.
Le piante appartengono alla specie Plantago princeps, ma gli hawaiani la conoscono come Laukahi. Simili alla nostra piuttosto banalotta piantaggine, praticamente un’erbaccia, le Laukahi sono invece rarissime e importanti nella medicina tradizionale hawaiana. Gli stregoni la usavano per curare le infezioni, ma anche l’alta pressione sanguigna e le scottature. Un tempo diffusissime nell’arcipelago, sono state sterminate dalla capre, e ne sopravvivono sporadiche popolazioni il luoghi talmente difficili da raggiungere che perfino le capre rinunciano alla loro insalata preferita. E se non ci arrivano le capre, figuriamoci i botanici.
Prima della scoperta del drone, si conoscevano solo 25 piante in tutto allo stato selvatico. Con la scoperta del drone, a queste se ne aggiungono altre dieci. Le piante delle hawaii s sono evolute in milioni di anni di assoluta solitudine, quindi non possiedono strumento di difesa contro i nuovi predatori importati dall’uomo: capre, appunto, ma anche ratti e maiali. La scoperta del drone rafforza le speranze dei botanici di riuscire a coltivare abbastanza piante, e con un pool genetico abbasanza diversificato, per poterle un giorno reintrodurre nel loro ambiente naturale. Capre permettendo.




