Hacking su NoFlyZones e Geofencing drone DJI Mavic pro

I nuovi firmware dei droni prodotti da casa DJI introducono limitazioni e restrizioni che possono non risultare simpatiche da parte dei liberalisti o si passi il termine agli “anarchici” del volo libero con i droni.
Inizialmente furono introdotte qualche anno indietro le prime No Fly Zones, ovvero zone interdette al volo, in prossimità dei principali aeroporti mondiali, e anche su zone sensibili, quali Casa Bianca e via discorrendo.
Tali zone sono regolarmente aggiornate ed estese ad ogni aggiornamento del firmware o del software per governare i droni di casa DJI.

Come si diceva ci possono essere categorie di persone che non ritengono corretto avere tali limitazioni al volo del proprio drone DJI preferito e vorrebbero poter fare qualcosa in più. Ad esempio, come noto sempre per questioni di sicurezza oltre alle limitazioni sulle NoFlyZones, DJI ha introdotto anche una sorta di recinto virtuale, chiamato in gergo tecnico Geofencing. In sostanza al drone viene evitato di volare oltre certi limiti prestabiliti.

Ebbene per coloro che vogliono mantenere le caratteristiche di pregio dei droni, anzi del drone Mavic Pro, evitando tutte queste seccature, non rimane che cercare in rete il sito dello scopritore di questo hack per bypassare le limitazioni.

Oltre al fatto che la faccenda è tutt’altro che legale, violare sistemi informatici o software privati  è un reato in tutte le parti del globo. Il gioco potrebbe non valere la candela, perché oltre a pagare la sostanziosa cifra di 149 dollari, nessuno garantisce, al di la delle parole scritte sul sito dello spavaldo venditore, che poi l‘hack rimanga valido anche con i futuri aggiornamenti di DJI Innovations.

Sconsigliamo quindi tutti coloro che fossero interessati a provare una simile avventura a lasciar stare e a non pretendere che un velivolo progettato per funzionare in un certo modo, debba per forza essere “sbloccato” fraudolentemente per poter essere utilizzato come meglio si crede.