Liguria: Droni contro la mosca dell’olivo grazie al progetto Olig+

In Italia l’olivicoltura rappresenta uno dei settori agricoli più importanti, sia in termini di valore di mercato che di eccellenza di prodotto. E visto che secondo il calendario è ormai iniziata la raccolta delle olive 2023, il momento è perfetto per fare un focus sulle prospettive che strumenti e tecniche innovative possono offrire in futuro, garantendo una qualità ancora migliore e uno spreco di risorse e costi inferiori.

A questo proposito, venerdì scorso è andato in scena in Liguria, in provincia di Imperia, un incontro relativo al progetto OLIG+, che riguarda la dimostrazione delle innovazioni sviluppate per l’incremento della produttività nell’olivicoltura ligure, un obiettivo che passa soprattutto per il contrasto efficace alla diffusione della mosca dell’olivo, nome scientifico Bactrocera oleae, che rappresenta il principale parassita che minaccia la qualità e la quantità della produzione.

In quest’ottica OLIG+, che si avvale di fondi della misura 01.02 del Programma di Sviluppo Rurale della Liguria a parziale copertura dei costi, si concentra soprattutto sull’uso dei droni per la difesa a basso impatto contro questo parassita, e l’incontro di venerdì è stato proprio l’occasione per raccogliere le prospettive di uno studio che, tra i primi in Italia, affronta l’applicabilità, l’efficacia e l’economicità di soluzioni innovative in questo specifico campo agricolo.

Presente in prima fila il vice presidente della Regione Liguria con delega all’agricoltura, Alessandro Piana, che spiega “La protezione delle colture e nel caso specifico dell’oliveto riveste un ruolo fondamentale nel processo produttivo. L’utilizzo di droni, combinato con la distribuzione puntiforme di prodotti “attract and kill”, risulta particolarmente efficace perché semplifica le fasi di distribuzione dei prodotti, tutela l’incolumità degli operatori, garantisce una deriva trascurabile e residui negli alimenti molto più bassi rispetto a quelli riscontrati con l’impiego di metodologie e prodotti tradizionali. La richiesta dell’utilizzo del drone, al fine di valutarne l’efficacia nella protezione dell’olivo, si inserisce in un percorso di sostenibilità ambientale ed economica perseguito da Regione Liguria con il Servizio Fitosanitario e autorizzata dal Ministero della Salute, Direzione Generale per L’igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione. È un passo in avanti significativo in difesa delle nostre olive”.

Come riporta il sito di news locali ImperiaNews, inoltre, il direttore del CeRSAA (Centro di sperimentazione e assistenza agricola) Giovanni Minuto aggiunge “Le sfide lanciate dallo European Green Deal condurranno nel volgere di pochi anni alla forte riduzione dei mezzi chimici di sintesi utilizzati per la difesa delle colture. Esse devono essere lo stimolo a sviluppare, mettere a punto e verificare strategie e tecniche di difesa innovative. Iniziative di questo tipo appaiono fondamentali in contesti quali l’olivicoltura ligure dove la difficile accessibilità alle “fasce”, la scarsità di risorse come l’acqua e l’elevata richiesta di manodopera sono tra le cause di riduzione delle superfici coltivate”.

Insomma, sia per contrastare al meglio la diffusione di parassiti che possono minacciare la qualità e quantità del prodotto raccolto, sia per ridurre l’applicazione di sostanze chimiche di sintesi nell’ottica di una filiera agroalimentare più sana e sostenibile, i migliori alleati per gli olivi liguri ed italiani di domani saranno i droni, che abbiamo visto possono essere utili persino come impollinatori, in questo caso utilizzati in combinazione con altri mezzi di monitoraggio e trappole smart, sia fisse che mobili.

Maggiori informazioni sul progetto Olig+ potete leggerle sulla brochure sviluppata dal Cersaa, disponibile a questo indirizzo.

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni