Recensione Dronetag Beacon Remote ID Diretto per i droni Specific

Abbiamo già parlato su queste pagine dell’obbligo della Identificazione Remota Diretta per tutti i droni con marcatura di classe C1, C2, C3, C5 e C6. Con esenzione quindi dei droni marcati C0 e C4 e di tutti i droni non marcati che pesano meno di 250 grammi. A cui aggiungere l’obbligo della categoria Specific che invece deve avere la trasmissione del Remote ID Diretto durante tutta l’operazione in volo.

Il protocollo trasmesso dai sistemi integrati dal produttore o di terze parti, come il Beacon di Dronetag, devono rispettare i requisiti previsti dalla normativa europea. Citiamo solo i più salienti.
Devono usare un protocollo aperto e accessibile, i dati trasmessi devono essere in chiaro e devono includere la trasmissione del Codice Operatore EASA, (tranne gli ultimi 3 caratteri segreti che servono solo per validare il suddetto codice) la posizione con latitudine e longitudine del drone, il suo posizionamento rispetto al Nord, la velocità e la altezza.
A cui aggiungere la posizione del pilota se disponibile dal sistema o la posizione del drone nel momento del suo decollo.

Nulla di cui preoccuparsi quindi dal punto di vista della privacy, dato che i cittadini comuni non possono risalire ai dati anagrafici dell’operatore interrogando i comuni database aeronautici.
Diverso invece l’accesso per le forze dell’ordine che volendo possono invece ottenere tutte queste informazioni.

Dronetag Beacon cosa è e come funziona

immagine di dronetag beacon

Arrivando al dispositivo Beacon prodotto da Dronetag che ha sede nella Repubblica Ceca. Possiamo dire che si tratta di una piccola scatolina di colore nero, probabilmente molto ben stampata con la tecnologia 3D, che pesa solo 16 grammi, completamente auto alimentata e con sensori inerziali e ricevitore GNSS (segnali provenienti dalla costellazioni satellitari).
Il suo funzionamento continuo è di circa 16 ore, poi si può ricaricare con un comoda presa Micro USB.

Configurazione del trasmettitore
immagine di remote id drontetag config .web

La configurazione del Dronetag Beacon [guarda il video], che per l’appunto è un sistema di Remote ID che si può installare su tutti i droni della categoria Specific, è davvero molto semplice.
Dagli store per iOS o Android, si cercherà la applicazione gratuita Dronetag Mobile, e dopo aver inserito un indirizzo email per effettuare una registrazione gratuita, si passerà a cercare il Beacon avendo cura di accendere il dispositivo e il bluetooth nello smartphone.

Una volta trovato e associato, ci si dirigerà nuovamente nella applicazione di controllo e si procederà con la ricerca del Beacon.
Dopo nemmeno un paio di secondi, si tapperà sul dispositivo rilevato e si assocerà il Dronetag Beacon al proprio account.
Ancora un piccolo passo e scorrendo in basso nelle impostazioni, si inserirà il Codice Operatore EASA che gli utenti italiani troveranno nella gestione del proprio Account, sul portale D-flight.it.
Andranno inserite anche gli ultimi 3 caratteri segreti, ottenibili, cliccando o tappando sulla icona a forma di occhio presente sul portale italiano.

Applicazione per visualizzare i dati trasmessi come Direct Remote ID (DRI)

Fatto, il Remote ID trasmesso dal Dronetag Beacon è attivo e perfettamente compatibile con la normativa.
Per verificarne il funzionamento, si possono scaricare dai vari store alcune applicazioni che mostreranno i dati previsti dal regolamento a tutti coloro che avranno queste app installate sul proprio smartphone.

Noi abbiamo installato Drone Scanner, sempre realizzata da Dronetag, e in un battibaleno abbiamo potuto identificare la trasmissione del Beacon con tutti i dati relativi.
Dalla applicazione Drone Scanner per comodità, è possibile abbinare un nome al dispositivo rilevato, in modo che se per caso ci si trova ad un raduno o si osservano diversi voli di droni nei cieli, si possano identificare senza doversi ricordare il numero seriale del drone o del dispositivo.

Le informazioni mostrate sia in modo testuale sia in modo grafico, sono quelle previste dal Regolamento EU 945/2019 alla parte 6:

polizza temporanea assicurazione per lavoro con i droni
il numero di registrazione dell’operatore UAS;
il numero di serie fisico unico del componente aggiuntivo conforme alla norma ANSI/CTA-2063;
la posizione geografica dell’UA e la sua altezza al di sopra della superficie o del punto di decollo;
la direzione di rotta misurata in senso orario in riferimento al nord vero e alla velocità al suolo dell’UA; e
la posizione geografica del pilota remoto o, se non disponibile, del punto di decollo;
garantire che gli utilizzatori non possano modificare i dati menzionati al punto 3

Per quanto riguarda i dispositivi di terze parti e quindi parlando anche del Dronetag Beacon sempre sul regolamento troviamo:

Essere immessi sul mercato corredati di un manuale di istruzioni che riporti il riferimento al protocollo di trasmissione utilizzato per il segnale di identificazione remota diretta e le istruzioni per:
a) installare il modulo sull’UA;
b) caricare il numero di registrazione dell’operatore UAS.

E da questo punto di vista il Remote ID Diretto Beacon è conforme alle richieste regolamentari.

Prova sul campo
immagine di dronetag beacon installato su drone specific

Dopo averlo testato in maniera statica, ci siamo divertiti a testare il dispositivo su un drone dichiarato per operare negli Scenari Standard, quindi in operazioni Specific che necessitano della Identificazione Remota Diretta.
Con il biadesivo fornito di serie, lo abbiamo montato sul drone e abbiamo subito notato come sia solida la sua installazione.
Appena acceso ha trasmesso tutti i dati necessari e in volo, sino a 300 metri non abbiamo avuto problemi di ricezione. Solo in una occasione, abbiamo dovuto far ruotare il drone per riprendere la telemetria.
Va detto che la normativa non prevede un range massimo o minimo di ricezione, quindi in teoria anche poche decine di metri sarebbero sufficienti.

Abbiamo anche voluto testare entro il limiti del VLOS (cioè del volo entro il campo visivo del pilota) il Dronetag Beacon con il sistema interno di un drone marcato C1 come il Mavic 3.
Ebbene i risultati sono assolutamente paragonabili entro i 300 metri circa.

Prezzi costi e reperibilità

Parlando dei costi, possiamo dire che Dronetag offre diverse soluzioni adatte a svariate esigenze. Per i droni commerciali, certamente il Beacon che pesa 16 grammi e costa euro 199,00 è una ottima opzione.
Esistono anche trasmettitori di Remote ID con le sole schede da installare su droni o UAS auto-costruiti o laddove ci si debba o si possa interfacciarsi con la centralina di volo.
Queste schede hanno costi di gran lunga inferiori, ma la loro installazione richiede competenza e capacità tecniche.

Esiste inoltre una soluzione “all in one” di Network Remote ID.
In sostanza il Dronetag Mini, questo è il suo nome, trasmette sia localmente sia tramite e-sim sulla rete cellulare.
Questo tipo di identificazione remota di rete, serve per l’accesso a determinate zone geografiche UAS, eventualmente definite dalle autorithy aeronautiche nazionali, oppure nello U-Space.
Il costo del Dronetag Mini è di euro 399,00.

Lasciamo il link al sito di Dronetag.cz dal quale si possono scaricare anche tutte le manualistiche tecniche e di uso per farsi una idea prima dell’eventuale acquisto.

 

 

 

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