Droni è giusto parlare di MTOM o MTOW?

DJI ha reso disponibile il Manuale Utente di molti droni immessi sul mercato prima del 1 gennaio 2024 (ovvero quelli che sono definiti droni legacy, in parole povere i droni “vecchi”). Con questa mossa ha di fatto dichiarato che questi droni ora hanno una “MTOM definita dal produttore” e toglie ogni dubbio sul fatto che siano liberamente utilizzabili nel rispetto del regolamento EU 2019/947, che appunto afferma che “i droni legacy non marcati potranno continuare a volare se hanno un valore di “MTOM definita dal produttore”.
Ma, qui nasce un problema: il produttore asiatico, nei manuali ha scritto MTOW e non MTOM.
E le cose sono in realtà differenti, infatti:  MTOM è Maximum Take Off Mass. Mentre MTOW  è Maximum Take Off Weight. Quindi DJI ha scritto peso massimo al decollo e non massa massa massima al decollo. Una cosa che ha preoccupato molti utenti. Pubblichiamo quindi un articolo con la spiegazione di di Sergio Barlocchetti.


Sul tormento di una giovane lettera

“Hanno ribaltato una W e adesso c’è scritto M”.
“In caso di incidente l’assicurazione non pagherà”.
“E ancora: non so che cosa dichiarare; il manuale d’uso del drone è come il libretto di circolazione dell’auto”.
“E infine: peso e massa sono la stessa cosa”. 

Dopo un decennio di organizzazioni d’addestramento certificate, syllabus approvati, patenti online, dopo decine di migliaia di pagine di regolamenti, quelle sopra sono le frasi che si leggono sui gruppi social dedicati ai droni.

immagine di si scrive sapr ma si legge droni intervista a sergio barlocchetti 480x280La questione? Che nella UE 947/2019 – che personalmente trovo essere una norma eccessiva e devastante – dall’articolo 2, par. 22 in poi si parla di MTOMMaximum Take Off Mass, definendolo così: “Massa massima al decollo: la massa massima dell’aeromobile senza equipaggio, compreso il carico utile e il carburante, quale definita dal fabbricante o dal costruttore, alla quale è consentito l’esercizio dell’aeromobile senza equipaggio”.

Mentre nei manuali di istruzioni dei droni, anche più piccoli, il costruttore riporta il peso massimo al decollo, definito dalla sigla MTOW.
Apriti cielo, crisi d’identità, deliri sulla fisica da chiamare in causa i luminari della materia e perché no, qualche Nobel.
Senza infierire su chi non ha reminiscenze scolastiche sufficienti per distinguere e definire le due unità di misura – la differenza tra quantità di materia (massa) e forza con la quale essa viene attratta dal pianeta (peso) – partiamo da una considerazione fondamentale:
La MTOM è menzionata da EASA in diversi regolamenti, a cominciare dalla UE 1139/2018, che poi è il Regolamento basico, forse quello riuscito meglio dagli esperti di Colonia. Ma che evidentemente pochi piloti di droni hanno letto.

Dall’articolo 8 in poi si menziona, con tanto di tabelle, sempre proprio la massa, e il motivo è semplice: esistono aeromobili più leggeri dell’aria, come mongolfiere, palloni a gas, palloni rozier e dirigibili. Che hanno sempre una massa, ma che al decollo, proprio per definizione, non hanno peso.
Non a caso sono definiti “Lighter than Air”, più leggeri dell’aria.
Evidentemente il pilota di un quadricottero elettrico pensa di essere ai comandi dell’unica configurazione di drone possibile, scordando che nel cielo volano anche mezzi ad ala fissa e spinti da motori endotermici, quindi che imbarcano carburante, sui quali si possono installare più sensori.

Ed ecco, allora, che anche questi, pur dovendo restare entro lo MTOM previsto dal costruttore, vengono caricati privilegiando sensori o durata del volo dal pilota, esattamente come gli aeroplani tradizionali.
E’ un regolamento generale non può escludere a priori una categoria o l’altra.
Ciò detto, dovremmo essere tutti d’accordo sul fatto che sul pianeta Terra, riferendoci a macchine che non bruciano carburante in volo e non caricano in volo alcun oggetto, che non sono aerostati, la definizione MTOM o MTOW coincide giocoforza (mentre su Marte un DJI Mini avrebbe una massa di 249 grammi e un peso di 96 grammi. Ma solo su Marte, appunto).

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Anche perché si riferisce a un momento preciso, il decollo.
Certamente, qualora il drone sganciasse un carico (irrorazione campi, per esempio), la sua massa e il suo peso all’atterraggio saranno diversi da quelli misurabili al decollo, ed ecco spiegato il motivo di contestualizzare la definizione a un momento preciso, il decollo, ovvero quello in cui la macchina volante farà più “fatica” per alzarsi da terra.

E’ una cosa classica dell’aviazione, tutte le classi di macchine volanti sono suddivise dal peso massimo al decollo o dalla massa, a seconda che si tratti di più pesanti o più leggere dell’aria.
Nel regolamento vengono contemplate tutte le definizioni, quindi nel caso di un UAS che sia anche aerostato (come un dirigibile radiocomandato, utile nei concerti per le sue caratteristiche di non vibrazioni, lentezza e sicurezza intrinseca), la definizione da usarsi è ovviamente MTOM, poiché la massa comprende il gas e questo varia in funzione della pressione e della temperatura, variabili dell’escursione di quota.

Non mi risulta che i canonici costruttori cinesi vendano in Italia aerostati UAV al momento, quindi su un multicottero tradizionale ha sempre senso MTOW, poiché potremo al limite cambiare soltanto il carico utile (add-on, camere eccetera), mentre su un UAV con motore a combustione interna – anche i dirigibili possono essere spinti da una motore a scoppio – hanno senso M e W perché il pilota dovrà bilanciare il carico utile con il carico pagante in funzione della durata della missione e del tipo di sensore trasportato per svolgerla.

Se invece useremo un pallone a gas, un mezzo più leggero dell’aria, il suo peso al decollo e in volo sarà praticamente zero, ma ci sarà comunque un massimo da rispettare:la sua massa esiste, e sarà quindi dichiarata come riferimento. Anche per lo UAV dirigibile ci sarà un limite di carico calcolato in sede di progetto e verificato durante i collaudi.
Peso che sarà limitato, con un piccolo fattore di sicurezza, e poi scritto sul manuale d’uso.

Il Manuale Utente, seppure debba contenere le limitazioni di utilizzo previste, non è affatto come il libretto di circolazione dell’auto, perché quello sarebbe l’equivalente del “certificato di tipo o di omologazione” previsto per gli aeromobili nientemeno che dalla saggia nonna ICAO (L’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile che nel diritto aeronautico sta sopra a EASA), ed emesso dopo la certificazione, ovvero dopo il riconoscimento delle prestazioni e delle caratteristiche minime previste da una norma di progettazione, che fortunatamente talune classi di droni (ancora) non devono seguire.

Quindi nel caso di un quadricottero elettrico leggero, scrivere MTOW è corretto. Anche se matrigna EASA nelle sue espressioni ribalta l’ultima lettera.

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