Negli Stati Uniti la DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency, sta lavorando a un’ambiziosa visione che vorrebbe porre i droni al centro di una scena rivoluzionaria su come l’energia viene trasmessa.
L’agenzia, in accordo con Raytheon, Draper e BEAM Co, ha infatti investito 10 milioni di dollari per un contratto che ha lo scopo di iniziare a sviluppare una tecnologia innovativa di trasmissione ottica wireless. Il progetto, conosciuto come Persistent Optical Wireless Energy Relay (POWER), sta contemplando la possibilità di utilizzare i droni come piattaforme aeree per condurre il rifornimento elettrico di altri veicoli o per aumentare la durata delle loro batterie. In questo caso i droni potrebbero agire come stazioni di relay per raggi ad alta potenza provenienti da stazioni terrestri, utilizzabili da obiettivi alimentati a batteria.
Il sistema sarebbe finalizzato ad alimentare a distanza mediante laser, perciò senza l’uso di cavi, veicoli o strutture situate in varie località terrestri o persino altri UAV (anche in formazione a sciame) che necessitano di energia supplementare per continuare o completare le loro missioni. Possibili beneficiari potrebbero essere, ad esempio, mezzi militari impegnati in missioni di ricognizione prolungata, intelligence, attacchi o consegne a lunga distanza.
Come riporta DroneLife, Paul Jaffe, responsabile del programma POWER di DARPA, ha sottolineato che “l’energia sottende ogni attività umana, compresa la difesa… e abbiamo bisogno di modi per fornire energia che superino le vulnerabilità e altre carenze del nostro paradigma attuale.” Questo progetto potrebbe avanzare il trasferimento di energia di ordini di grandezza, cambiando fondamentalmente il modo in cui la società interagisce con l’energia.
La sfida è tutt’altro che semplice, ma le elevate difficoltà tecniche sono bilanciate dall’immenso potenziale di questa tecnologia. Infatti l’allontanamento della capacità di immagazzinamento e generazione di energia dai droni permetterebbe di ridurre considerevolmente la dipendenza delle missioni dai limiti del carburante, il che permetterebbe di creare un ambiente dove i droni potrebbero avere un’autonomia illimitata, apportando un cambiamento senza precedenti nel loro ambiente operativo.
L’idea, per quanto rivoluzionaria, non è esente da critiche e preoccupazioni. Heather Roff, scienziata senior presso la CNA, ha dichiarato che si comincia a delineare una situazione simile a una “occupazione aerea”. Tuttavia, nonostante le possibili ramificazioni, l’entusiasmo per il potenziale della tecnologia rimane alto. Solo il tempo ci dirà se questo audace esperimento darà i frutti sperati.




