In una recente dimostrazione al Lake Anna State Park in Virginia, gli ingegneri Dave Sheffler e Tyler Paige del MITRE hanno dato il via al lancio di Hopper, un prototipo di drone di cui probabilmente sentiremo ancora parlare in futuro. La fonte della notizia è il sito del MITRE, un’organizzazione no-profit che opera prevalentemente nel settore pubblico e tra le altre cose gestisce centri di ricerca e sviluppo, finanziati dal governo federale degli USA, che supportano varie agenzie governative statunitensi nei settori dell’aviazione, della difesa, della sanità, della sicurezza nazionale e della sicurezza informatica.
Frutto della collaborazione con la Marina degli Stati Uniti, questo piccolo UAV possiede un grande potenziale nel settore marittimo, visto che può operare autonomamente in mare per lunghi periodi e supportare un’ampia gamma di operazioni, dalla difesa alla biologia marina. Più nello specifico, possiamo immaginare un suo proficuo utilizzo in missioni di ricerca e salvataggio, monitoraggio di attività illegali come la pesca di frodo e rilevamento di eventi meteorologici.
Si tratta di un drone con design ad ala fissa che, grazie alla capacità di alimentarsi direttamente in volo con l’energia solare incamerata attraverso le cellule fotovoltaiche disposte lungo le ali, ha a disposizione una grandissima autonomia e promette quindi di poter volare sull’oceano per settimane, se non addirittura per mesi.
Vantaggi del drone Hopper
Quello che è molto promettente, nel caso di Hopper, è che rispetto a diversi progetti simili che abbiamo potuto ammirare nel corso degli ultimi anni, questa volta ci troviamo di fronte un sistema relativamente low cost in grado di operare autonomamente in vari ambienti oceanici, equipaggiato con una serie di sensori passivi a basso consumo energetico e che utilizza sistemi elettronici commerciali. Queste almeno sono state le richieste iniziali dell’Office of Naval Research (ONR), esaudite a tempo di record dagli ingegneri del MITRE, che in meno di 24 mesi hanno progettato e costruito il prototipo.
“L’evoluzione rapida di Hopper da semplice idea a hardware pronto al volo è stata fonte di ispirazione”, afferma Lee Mastroianni, funzionario del programma per i sistemi avanzati autonomi dell’ONR. “Il team del MITRE ha fornito un notevole contributo in termini di approfondimenti e innovazione a sostegno dei nostri obiettivi navali.”
Una tecnologia che potrebbe essere un game changer nell’attuale panorama delle missioni marittime, ma che è ancora alle fasi iniziali e andrà quindi ancora sviluppata. Per quanto riguarda i futuri sviluppi, Conor Mahoney, leader del gruppo del progetto MITRE ha spiegato “Stiamo lavorando per far evolvere Hopper con una maggiore capacità di carico utile, una maggiore durata del volo e tempi più brevi tra una ricarica e l’altra, per creare una piattaforma ancora più potente”, sottolineando poi i vantaggi in termini di costi e sicurezza derivanti dall’utilizzo del drone in situazioni che tradizionalmente richiedono grandi dispiegamenti umani. “Questa tecnologia funziona principalmente per potenziare le piattaforme di sorveglianza marittima esistenti. Laddove normalmente dovresti rischiare una risorsa con equipaggio o una costosa risorsa senza equipaggio per mantenere la copertura di un’ampia area oceanica, Hopper può farlo a una frazione del costo e liberare quelle altre risorse”.
Hopper e sicurezza nazionale
Hopper, che ha fatto il suo debutto pubblico lo scorso novembre all’evento “Possibilità Americane: un Demo Day alla Casa Bianca” organizzato dall’Office of Science and Technology Policy, è un progetto legato a doppio filo alla sicurezza nazionale e quindi perfettamente congruente alla strategia delineata dalla vice segretaria della Difesa Kathleen Hicks per mantenere il vantaggio competitivo degli USA verso la Cina, in un momento storico in cui gli Stati Uniti soffrono (più di quanto avevano messo in conto) le conseguenze della guerra commerciale intrapresa dal governo verso l’adozione interna di tecnologie provenienti da alcuni Paesi messi in “balck list”, tra cui ovviamente soprattutto la Cina.




