Il 1 gennaio 2024 è entrato nella piena applicazione il regolamento europeo sui droni.
Dal 2018 periodo nel quale EASA ha iniziato a pubblicare le sue proposte e con diversi emendamenti e ritardi dovuti anche alla pandemia da Covid, finalmente anche l’art..22 che parlava per l’appunto delle norme e procedure per il periodo transitorio, viene a decadere dal 31 dicembre 2023.
Le novità, ammesso che si possa parlare di novità, dato per l’appunto che i primi regolamenti europei hanno visto la luce nel 2019, riguardano sia le categoria Open sia le categoria Specific.
- Nella categoria Open i droni non marcati e senza MTOM definito dal produttore, non potranno più prendere il volo.
Secondo EASA invece potranno volare nella sotto-categoria A3. - I droni utilizzati nella categoria Specific, anche senza marcatura di classe e MTOM dichiarato, potranno volare sino al 31 dicembre 2025 nel contesto degli Scenari Standard Italiani, a patto che i suddetti UAS siano state rese le opportune dichiarazioni per gli Scenari Standard, pagando euro 94 di diritti ENAC e euro 96,00 a D-flight.
Purtroppo però, come da normativa, tale periodo per rendere la dichiarazione, è scaduto il 31 dicembre 2023. Un po’ prima a dire il vero, dal momento che il portale ENAC a fine anno, era chiuso come da consuetudine, per aggiornamenti contabili.
Per quanto riguarda la formazione erogata dalle Entità Riconosciute relative alle operazioni Specific per gli Scenari Standard italiani IT-STS, terminerà il 31 dicembre 2024.
Dopo tale data potranno essere somministrate solamente le formazioni per gli Scenari Standard Europei.
Mancano o sono pochi i droni marcati C5 e C6
Una bella notizia, che vuole svecchiare il settore e portare ad un nuovo livello la formazione europea per i piloti di droni o UAS, come si chiamano ora.
Purtroppo però, i droni marcati, con le classi C5 e C6, scarseggiano e dato che i requisiti di tali macchine volanti, sono abbastanza stringenti, sono poche gli ex Centri di Addestramento ora R.E., che si sono riuscite ad organizzare ergo acquistare, questi velivoli pilotati remotamente.
Sono state concesse da parte della Autorithy nazionale alcune deroghe al regolamento europeo, proprio per favorire la formazione per gli Scenari Standard Europei, ma come si scriveva poc’anzi; servono comunque terminatori di volo separati e indipendenti e un sistema di geo caging (una gabbia virtuale) per evitare che il drone esca dalla area delle operazioni.
Buone notizie per la formazione italiana ai piloti di droni
Uno spiraglio arriva dall’Ente Nazionale Aviazione Civile con una lettera protocollata in data 29 gennaio 2024, nella quale viene formalizzata e autorizzata la formazione con l’addestramento pratico per scenari standard europei STS-01 e STS-02 attraverso l’utilizzo di PDRA-S01 e PDRA-S02.
In tale lettera si evidenzia per l’appunto la deroga per la formazione con validità sino al 28 febbraio:
A seguito della lettera prot. 82144 del 23/06/2023, contenente le istruzioni per iniziare ad erogare l’addestramento pratico sugli scenari standard europei STS-01 e STS-02 dell’Appendix 1 al Regolamento (EU) 2019/947, successivamente integrate nella LG 2023/005-UAS, codeste Entità riconosciute hanno potuto ottenere di erogare addestramento pratico sui citati scenari
standard, fino al 28 febbraio p.v., in assenza di UAS marcati C5 e/o C6.
[..]
Al fine di garantire la necessaria tempistica per ottenere l’Autorizzazione Operativa senza determinare periodi di sospensione dell’attività addestrativa di codeste R.E., si proroga la possibilità di continuare a rilasciare accreditamenti pratici per scenari IT-STS-01 e IT-STS-02 fino alla data del 31 dicembre 2024.La circolare indirizzata alle Entità Riconosciute e alle Direzioni Aeroportuali interessata, prosegue con:
Con l’approssimarsi della scadenza, nella consapevolezza che ad oggi sul mercato europeo non sono stati ancora immessi UAS con marcatura C5, mentre quelli con marcatura C6 sono esclusivamente ad ala fissa, si rende necessario prevedere modalità alternative per garantire il prosieguo dell’erogazione dei corsi.
A tal fine, in virtù di quanto previsto per le competenze dei piloti remoti nell’ambito del rilascio di Autorizzazioni Operative basate su PDRA-S01 e PDRA-S02, cioè il possesso dei requisiti di cui in appendice 1 al Reg (EU) 2019/947 (attachment A), le Entità Riconosciute potranno far richiesta di rilascio di un’autorizzazione operativa ai fini addestrativi per lo scenario standard
europeo prescelto, utilizzando il corrispondente PDRA sviluppato da EASA.
Seguono poi tutte le indicazioni tecniche per presentare le domanda, con le scadenze per far pervenire la documentazione entro e non oltre il 30 settembre 2024.
La notizia, molto tecnica e settoriale se vogliamo, in quanto indirizzata alle Entità Riconosciute da ENAC per la formazione in ambito UAS per la categoria Specific, è una bella novità.
Infatti le R.E. non dovranno acquistare costosi droni con marcatura di classe C5 o C6 (che per inciso ad oggi sono solo ad ala fissa).
Allo stesso tempo è una buona novella anche per gli operatori, che potranno previo ottenimento di una autorizzazione operativa, replicare eventuali PDRA (Predefined Risk Assessment) e svolgere missioni fotocopia con i loro mezzi non marcati.
I PDRA sono più costosi e necessitano di autorizzazione rispetto agli STS
Ricordiamo tuttavia che i PDRA, sono sicuramente più onerosi in termini di pratiche burocratiche da attivare e condizioni da rispettare, sia per gli operatori sia per i piloti. Solo i diritti ENAC ad esempio costano 309,00 euro.
Ma per coloro che vogliono operare con macchine senza marcatura di classe sin da subito e non sono riusciti a rendere la dichiarazione per gli Scenari Standard, potrebbe essere una valida alternativa.
I PDRA che sono simili agli Scenari Standard Europei STS-01 e STS-02 sono i PDRA-01 e il PDRA-02