Nel luglio del 2021 il 52enne Wendell Goney, in Florida, aveva aperto il fuoco a mezz’aria abbattendo con il suo fucile calibro 22 il drone DJI Matrice 300 dello sceriffo, che volava nella zona nell’ambito di un’indagine su un furto avvenuto poco prima all’interno di una proprietà commerciale nelle vicinanze.
Al sopraggiungere degli agenti sul luogo, Goney aveva ammesso senza esitazione di essere responsabile dei colpi esplosi e dell’abbattimento del drone, accusando l’apparecchio di “perseguitarlo”. Non solo, perché dai controlli era emerso che l’uomo non fosse in possesso di un porto d’armi e che avesse a suo carico già 29 condanne per reati gravi in Florida.
Il caso è stato oggetto di investigazione congiunta da parte del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti e l’Ufficio dello Sceriffo della contea di Lake. Avevamo già affrontato questa storia lo scorso ottobre, quando Wendell Goney è stato giudicato colpevole e, tra le ipotesi di pena formulate dall’accusa, c’era sul tavolo anche quella di 10 anni di carcere.
Soltanto la settimana scorsa, però, il giudice distrettuale senior degli Stati Uniti Gregory Presnell ha infine decretato la sentenza, comminando a Goney una pena detentiva che lo terrà lontano dalla società per quattro anni.