Nei giorni scorsi un uomo di 68 anni originario di Sant’Antonio Abate è stato arrestato dai Carabinieri perché ritenuto responsabile di una coltivazione illegale di mairijuana nella zona di Monti Lattari, non lontano da Napoli.
Lo rivela un articolo del Corriere del Mezzogiorno, secondo cui le piante, circa una quindicina, sono state sequestrate dalle forze dell’ordine dopo essere state scoperte dall’attività investigativa svolta anche con l’aiuto determinante di un drone, che i Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia hanno usato per monitorare l’area dall’alto e in modo efficiente.
Non solo, perché oltre a scoprire la coltivazione, che includeva anche alcune piantine di purple weed (varietà di marijuana viola che in questo momento è molto richiesta dai giovani), il drone si è rivelato fondamentale per scovare il presunto responsabile, che all’arrivo dei militari sul luogo si era prontamente nascosto tra la vegetazione.
Ancora una volta i droni si riconfermano strumenti molto efficaci per il monitoraggio e il controllo del territorio, sia perché il punto di vista privilegiato di cui godono dall’alto, assieme alla qualità delle immagini e alla trasmissione live delle stesse, risulta perfetto per osservare più aree nel dettaglio, sia perché all’occorrenza questi strumenti possono scoprire e inseguire gli individui nel momento in cui dovessero compiere azioni sospette, come in questo caso nascondersi o darsi alla fuga.
Per quanto riguarda il ruolo dei droni-inseguitori, vale la pena ricordare il caso eclatante di un piromane che i droni scovarono l’anno scorso in Calabria (video in basso). In quell’occasione l’uomo, che poi si diede alla fuga a bordo della sua moto seguito dal drone che ne riprese la targa, tentò addirittura di abbattere a sassate il velivolo delle forze dell’ordine. Se volete, potete recuperare quella notizia leggendo il nostro articolo “Calabria: Drone scova piromane, inseguito e denunciato”.