Una altra buona notizia per i professionisti e gli appassionati di droni, che spesso si trovano di fronte a divieti e limitazioni, magari dovute alla vicinanza con Istituti Penitenziari.
Recentemente sono state aggiornate e ridotte le estensioni territoriali vicino ad alcune carceri, che impongono agli operatori di droni, di sottoporre determinate richieste al DAP (Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria), al fine di ottenere un nulla osta al volo.
Lasciamo la parola al bravo Michele Caffagni, che ci racconterà nei dettagli cosa e come sia accaduto, e quali siano i benefici per tutti i “dronisti“, passateci il termine assolutamente non dispregiativo.
Articolo di Michele Caffagni
Carissimi lettori di DronEzine,
oggi vi portiamo un’altra buona notizia relativa alle zone rosse e che farà piacere a tutti i piloti che trovano difficile volare legalmente in Italia.
La novità, introdotta con le modifiche del ciclo AIRAC 7/2024 dall’11 luglio 2024 e con il ciclo AIRAC 8/2024 dall’8 agosto, riguarda principalmente la riorganizzazione delle zone rosse di competenza del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e che, su richiesta dell’amministrazione all’ENAC, sono state ridotte drasticamente e adattate alle dimensioni reali dell’area da tutelare.
Questa modifica, richiesta dal Dipartimento secondo le procedure contenute nell’ATM-03C dell’ENAC e in collaborazione con l’autorità nazionale, nasce principalmente dall’esigenza del DAP di aumentare la sicurezza e il controllo delle aree vietate (P) in prossimità degli istituti penitenziari su tutto il territorio nazionale (un’area più contenuta è più facile da monitorare rispetto alle intrusioni esterne), ma è stata adottata anche per diminuire la mole di richieste di volo che ogni giorno il DAP si trova a gestire e che non influiscono attivamente sulla sicurezza degli istituti.
È bene sapere che, per ogni richiesta di sorvolo all’interno delle zone P poste a protezione degli istituti penitenziari e per tutto il territorio italiano, l’ufficio preposto al rilascio delle autorizzazioni al sorvolo di Roma deve sempre contattare l’istituto penitenziario di competenza per ottenere il parere operativo dell’istituto e, successivamente, poter garantire una risposta al richiedente.
Le modifiche e l’aggiornamento dei limiti laterali di riguardano quindi le seguenti zone vietate:
LI P63 – Cosenza
LI P80 – Avezzano
LI P127 – Sciacca
LI P149 – Caltanissetta
LI P150 – Arezzo
LI P152 – Catania
LI P160 – Favignana
LI P162 – Firenze
LI P173 – Latina
LI P180 – Messina
LI P181 – Barcellona P.G.
LI P202 – Pescara
LI P208 – Reggio Calabria
LI P212 – Roma (Regina Coeli)
LI P224 – Termini Imerese
LI P277 – Locri
LI P279 – Laureana di Borrello
LI P282 – Enna
LI P285 – Noto
LI P288 – Ragusa
LI P289 – San Cataldo
LI P323 – Cassino
LI P324 – Civitavecchia (Sud)
LI P325 – Rieti
LI P326 – Chieti
LI P328 – Campobasso
LI P329 – Isernia
LI P15 – Ravenna
LI P17 – Altamura
LI P28 – Fermo
LI P56 – Belluno
LI P66 – Treviso
LI P76 – Gorizia
L P77 – Pordenone
LI P79 – Bolzano
LI P164 – Forlì
LI P169 – Gorgona
LI P178 – Pistoia
LI P196 – Brindisi
LI P205 – Pisa
LI P206 – Potenza
LI P210 – Lucera
LI P216 – San Severo
LI P229 – Trani
LI P231 – Trieste
LI P232 – Turi
LI P234/A – Venezia S. Maria Maggiore
LI P234/B – Venezia Giudecca
LI P242 – Volterra
LI P256 – Udine
LI P296 – Eboli
LI P297 – Lauro
LI P298 – Pozzuoli
LI P322 – Vallo della Lucania
LI P331 – Grosseto
LI P332 – Lucca
LI P333 – Massa
LI P336 – Siena
LI P337 – Orvieto

Le modifiche (pubblicate su AIP Italia ENR 5 e già applicate anche su d-flight) includono anche l’istituzione della nuova zona vietata LI P114 – Roma (DAP), inclusa parzialmente nell’area già interdetta per motivi di protezione ambientale “RISERVA NATURALE REGIONALE VALLE DEI CASALI”.
Con l’occasione ricordiamo che, nel caso in cui si debbano richiedere i permessi di volo per più aree sovrapposte (ad esempio, come la LI P212 – Roma Regina Coeli e l’area LI P244 – Roma Edifici Istituzionali), è sempre obbligatorio inviare 2 pratiche ATM-05B, provvedere ad apporre 2 marche da bollo da 16€ e indicare esclusivamente le zone di competenza del singolo gestore dell’area mentre, se un’area di volo è valida per entrambe le competenze, sarà necessario indicarla in entrambi i moduli.
Nel caso in cui anche uno solo degli Enti coinvolti dovesse esprimere il parere negativo al sorvolo, quell’area non sarà in alcun modo sorvolabile in quanto il volo non è autorizzato, ma solo per l’area di competenza di quell’Ente.
È importante che sia trasmesso tutto ad ENAC che, in qualità di autorità nazionale per l’aviazione civile, è chiamata a verificare la documentazione del pilota e l’effettiva eseguibilità dell’operazione.
Questa verifica ci pone al sicuro da valutazioni tecniche non svolte dall’ENAC, ai sensi e per gli effetti dell’art. 687 del codice della navigazione, oltre che per gli artt. 15, 17 e 18 del Reg. EU 2019/947.
Negli ultimi tempi si è fortemente diffusa l’idea che “tanto un drone non può fare danni” perché piccolo, inoffensivo o perché sicurissimo.
Niente di più sbagliato!
L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV) nel suo rapporto annuale segnala moltissimi rischi di collisione tra aeromobili con persone a bordo (compresi i passeggeri) ed è fondamentale ricordare che, insieme all’aspetto normativo, rimane prioritario il principio della sicurezza aerea che spesso viene sottovalutato.
Pensando al caso in cui il nostro UAS dovesse impattare con un elicottero, possiamo facilmente intuire che sia semplice creare gravi danni al lunotto anteriore, ferire il pilota oppure arrivare ad incastrare il drone sotto i pedali di comando, con conseguenze anche molto gravi.
Naturalmente, un elicottero è molto rumoroso e può essere avvertito ad una distanza sufficiente da evitare la collisione, ma pensiamo anche a quei casi in cui ci potremmo trovare nel nostro spazio aereo alianti o parapendii (di cui non possiamo certamente “sentire il rumore”) e che hanno una limitata capacità di evitare il nostro aeromobile ma i cui danni, in caso di collisione, potrebbero rivelarsi, nel peggiore dei casi, fatali.
È molto importante ricordare a tutti i piloti di droni che la mancata applicazione delle direttive dell’ENAC, anche parziale, è sanzionabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 1231 del codice della navigazione.
Art. 1231 codice della navigazione, sull’inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione:
Chiunque non osserva una disposizione di legge o di regolamento ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente in materia di sicurezza della navigazione è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi ovvero con l’ammenda fino a lire duemila (206€).
Questo significa che, anche nel caso in cui un qualsiasi Ente non richieda l’applicazione della circolare ATM, il pilota è obbligato all’invio della richiesta e all’applicazione delle procedure prescritte dall’ENAC per il volo nelle zone vietate.
Questo si estende anche a qualsiasi direttiva che ENAC, nell’esercizio delle proprie competenze, vorrà indicare al pilota o all’operatore e che sicuramente sono i più adatti a recepire tali direttive.
Tuttavia, questo non deve essere motivo di preoccupazione per tutti voi, piloti attenti che ci leggete, ma ritengo possa essere visto più come un processo positivo di comunicazione tra gli Enti, specialmente quelli che non sono a conoscenza dei pericoli e delle stringenti norme di sicurezza del settore dell’aviazione.
Ci tengo a ringraziare tutto il personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e in particolar modo l’ufficio preposto al rilascio delle autorizzazioni al sorvolo, coordinato dall’Isp. Vertucci e dai suoi collaboratori, l’ass.capo coordinamento Chialastri e l’ass. tecnico Musichini, per l’enorme lavoro che viene svolto tutti i giorni con attenzione e professionalità e che (anche con la modifica della cartografia e l’applicazione obbligatoria dell’ATM-05B per le richieste) dimostra particolare attenzione al settore droni, dato soprattutto dalla volontà di tutelare e proteggere gli istituti penitenziari che, ormai troppo spesso, sono invasi da aeromobili illegali ma che evidenzia anche un grande rispetto nei confronti dei piloti (consentendo a tutti più spazio per volare) e nei confronti delle competenze dell’ENAC, come unica autorità aeronautica.
Se ogni Ente mantenesse la propria competenza, senza occuparsi di materie che normativamente non possono trattare, sarebbe sicuramente più facile per tutti continuare a volare (e non solo per quanto riguarda il settore degli aeromobili a pilotaggio remoto).
Per poter parzialmente risolvere questo stallo, penso che tutti i piloti di droni possano e debbano osservare le norme dell’ENAC e pretendere che le stesse vengano osservate dagli Enti, richiedendo sempre le autorizzazioni con i moduli predisposti da ENAC ed aprendosi al dialogo con l’Ente, spiegando le motivazioni per cui tale documentazione è importante.
Questo risultato è ottenibile solo con lo studio delle norme e l’aggiornamento costante, ottenibile tramite i centri di addestramento o lo studio personale, che richiede un piccolo impegno da parte del singolo ma può portare ad una maggiore consapevolezza di tutti.





