Da sempre la natura è la musa ispiratrice preferita e più affidabile di molti ingegneri. I droni non fanno eccezione, e un nuovo modello in corso di sviluppo trae ispirazione da alcune creature alate tra le più affascinanti del mondo, ossia i pipistrelli. Infatti un team di ricercatori dell’Università di Northeastern sta sviluppando Aerobat, un drone il cui design è chiaramente influenzato dalla struttura unica delle ali dei pipistrelli, mammiferi volanti che hanno la capacità di modellare dinamicamente le loro membrane alari per spiccare il volo in modo efficace, librarsi nell’aria e muoversi con agilità attraverso spazi ristretti.
Per tentare di sfruttare le ali in questo modo, il drone Aerobat sfrutta una fusione di materiali 3D stampati rigidi e flessibili per emulare le ali trasformabili dei pipistrelli. Secondo le ricerche, pubblicate sull’International Journal of Robotics Research, le ali morbide e sottili dell’Aerobat, simili a quelle dei pipistrelli, consentono al drone di generare flussi d’aria periodici durante il battito delle ali, ottimizzando così la forza aerodinamica e rendendo il volo sorprendentemente efficiente.
“Volare come i pipistrelli è quasi un’arte aerea” ha affermato Alireza Ramezani, professore associato di ingegneria elettrica e informatica e principale autore dello studio.
L’intento dei ricercatori è di creare droni capaci di operare in ambienti estremamente angusti e confinati, e infatti la capacità operativa di Aerobat è notevole, visto che può raggiungere una velocità di 5m/s e può sia svolazzare che stazionare in canali stretti. Per navigare con precisione, Aerobat è equipaggiato con una fotocamera che gli permette di determinare la propria posizione e l’orientamento, insieme a un insieme di computer di bordo per il controllo di volo automatico. Sebbene un operatore umano debba impostare la destinazione finale, una volta programmata, Aerobat si avvia autonomamente verso di essa.
Gli impieghi previsti per Aerobat sono vasti, che vanno dall’ispezione visiva di condutture sotterranee a missioni di monitoraggio ambientale, vantando potenzialmente anche l’uso di una fotocamera in grado di rilevare la profondità. Ramezani sottolinea l’importanza di avere a disposizione robot veloci capace di effettuare rilevazioni in ambienti difficilmente accessibili.
Gli organismi viventi hanno sempre influenzato il progresso tecnologico, e Aerobat non fa eccezione, unendosi alla lunga lista degli artefatti ideati con l’intento di emulare l’eleganza e la funzionalità presenti in natura. Con questo nuovo drone, l’umanità fa un passo avanti nel campo della robotica, aprendo nuovi orizzonti nell’esplorazione e nella conservazione degli ambienti più inospitali del nostro pianeta.




