Incredibile, Drone Subacqueo finisce per sbaglio sotto una piattaforma di ghiaccio e fa una nuova scoperta!

Può un drone per la ricerca scientifica, finito dove non avrebbe dovuto, portare alla luce delle scoperte che impreviste? Sì, ed è proprio quello che è successo al progetto di ricerca di un team di scienziati della dell’Università di East Anglia (UEA).

Il prestigioso istituto racconta in questo articolo sul sito ufficiale di come nel cuore dell’Antartide i ricercatori hanno scoperto nuove evidenze sull’impatto dell’innalzamento delle temperature degli oceani sull’aumento del tasso di fusione di una delle più estese piattaforme di ghiaccio dell’Antartico, il Ross Ice Shelf.

L’aspetto curioso della vicenda è che il merito delle scoperte è da attribuire alla missione “particolare” di un Seaglider, un drone marino autonomo (soprannominato Marlin dai ricercatori) che a causa di un imprevisto è finito fuori rotta. Infatti il drone, rilasciato nel dicembre 2022 nel Mare di Ross con l’intento di viaggiare verso nord, è finito in una corrente che scorre verso sud, che lo ha spinto e “intrappolato” sotto la piattaforma di ghiaccio per 4 giorni.

Parliamo di un veicolo autonomo subacqueo progettato per raccogliere dati sui parametri oceanici lungo profili di profondità e distanza a forma di V. La caratteristica distintiva dei Seaglider sta nella loro capacità di operare senza una propulsione attiva tradizionale, come un’elica, con benefici significativi in termini di consumo energetico e quindi di autonomia, ma con l’inevitabile rovescio della medaglia che consiste in limitazioni pesanti nelle capacità di manovra e navigazione. Per capire meglio di che tipo di strumento stiamo parlando, vi riportiamo un video dal canale Youtube del Laboratorio di fisica Applicata dell’Università di Washington:

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Mentre si trovava sotto il Ross Ice Shelf, Marlin ha effettuato 79 immersioni, raccogliendo dati critici sui processi oceanici legati al clima fino ad una profondità di 200 metri, arrivando direttamente sotto la superficie inferiore del ghiacciaio. Queste misurazioni hanno rivelato un’intrusione di acqua calda relativa, spessa 50 metri, con temperature che variavano da -1.9°C a -1.7°C.

Il Dr. Peter Sheehan e il suo team, attraverso la ri-analisi di tutti i dati disponibili, hanno potuto determinare che il calore trasportato nella cavità è aumentato negli ultimi 45 anni, risultato molto probabilmente collegato al riscaldamento del Mare di Ross causato dai cambiamenti climatici. Le implicazioni di questo riscaldamento includono l’aumento potenziale della fusione del ghiaccio che potrebbe aggiungere dai 20 agli 80 cm di perdita annuale, accumulandosi nel corso degli anni.

L’articolo, pubblicato sulla rivista Science Advances e del quale si può leggere l’abstract a questo link, mette in luce il ruolo dei venti e delle correnti Ekman nel trasportare acque più calde sotto i ripiani di ghiaccio, e come queste variazioni possano influenzare la stabilità di immense masse di ghiaccio antartiche. I cambiamenti in questo sistema possono avere profondi effetti sul clima globale, sui livelli del mare e sulla tendenza delle temperature.

Il Prof. Karen Heywood, co-autore dello studio, sottolinea l’importanza delle interazioni tra le acque superficiali e la dinamica Ekman, sostenendo che tale processo dovrebbe essere integrato nei modelli climatici attuali, vista l’incertezza sulla risposta dei ghiacci antartici terrestri ai cambiamenti climatici.

Vale la pena sottolineare che i droni sono ormai riconosciuti come i migliori alleati dei ricercatori, e in questo caso il loro contributo è stato ancora una volta determinante per una interessante scoperta scientifica, nonostante la missione non sia andata come previsto dai piani iniziali.

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