Un Drone galleggiante e una nuova tecnologia ci salveranno dalle Microplastiche?

L’inquinamento da microplastiche ha assunto negli ultimi anni un’urgenza crescente, data la sua onnipresenza in acque dolci e salate, dall’acqua potabile in bottiglia fino ai vasti oceani. Purtroppo la sfida nel rimuovere efficacemente queste piccole particelle da vari corpi idrici risulta molto complicata, a causa della loro varietà in termini di dimensioni e forme, ma in questa battaglia sono proprio i droni, stavolta di tipo acquatico e galleggiante, gli strumenti che potrebbero rappresentare la svolta.

Negli anni abbiamo più volte scritto articoli su questo genere di progetti, uno dei quali è stato anche impiegato a Milano per pulire la Darsena, che continuano ad essere sviluppati e testati perché evidentemente risultano efficaci, anche se al momento esistono limiti importanti che ne pregiudicano l’utilizzo su vasta scala. Uno dei più recenti progetti è quello sviluppato dal Dr. Seong Jin Kim e Myoung-Woon Moon del Center for Extreme Materials Research, situato presso l’Istituto Coreano di Scienza e Tecnologia (KIST). Assieme al suo team, ha sviluppato un drone galleggiante dotato di una struttura innovativa, ispirata alla natura e specificamente progettata per affrontare questa sfida ambientale.

Il cuore di questa tecnologia risiede nella struttura idrofila del sistema dentato presente nel drone. Questa struttura, quando immersa nell’acqua, crea un “ponte d’acqua” tra i “denti” che sfruttano la tensione superficiale dell’acqua per attirare e trattenere le microplastiche. In questo modo le particelle di dimensioni comprese tra 1 micrometro (μm) e 4 millimetri restano intrappolate, superando le limitazioni delle tecnologie di filtraggio tradizionali che lottano con la variabilità delle dimensioni e delle forme delle microplastiche.

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Interessante notare come questa tecnologia, che potete approfondire nel dettaglio su questo sito, non si limita soltanto all’applicazione sui droni galleggianti, ma può essere integrata anche in sistemi fissi, come i filtri di trattamento dell’acqua nelle aziende di acquacoltura, o persino trasformata in dispositivi di filtraggio per uso domestico. La versatilità di questo sistema apre nuove strade non solo nel monitoraggio e nella depurazione delle acque a livello industriale ma promette anche di entrare nella vita quotidiana delle persone, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse idriche.

Con oltre l’80% di efficienza nel recupero di vari tipi di microplastiche – tra cui polistirene espanso, polipropilene e polietilene – la promessa di questa tecnologia è tangibile. La capacità dei droni di muoversi autonomamente e di purificare la qualità dell’acqua, ricordando in questo il funzionamento dei robot aspirapolvere domestici, offre una nuova dimensione di intervento nelle aree aperte come oceani, laghi e fiumi, dove la diffusione delle microplastiche è un problema sempre crescente.

Sarà davvero questa la svolta che ci salverà dalle microplastiche? Magari no, ma le continue innovazioni in questo campo lasciano ancora un lumicino di speranza acceso.

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