Bulgaria: stretta sui droni dopo la sospensione del traffico aereo sull’aeroporto di Sofia?

Lo scorso venerdì 7 febbraio, presso l’Aeroporto di Sofia, un drone non identificato in volo nei pressi della struttura ha costretto le autorità aeroportuali a modifiche d’emergenza al programma dei voli, ponendo di nuovo sotto la lente di ingrandimento le necessità di un controllo dello spazio aereo ancora più efficace e rapido, non solo a livello tecnico ma anche in termini di procedure di reazione a situazioni del genere.

Quello che sappiamo, stando a quanto riporta il sito Sofiaglobe.com , è che il Ministero dei Trasporti bulgaro si è detto soddisfatto di come i controllori del traffico aereo hanno rilevato prontamente il drone, seguendo il suo percorso dal momento in cui ha fatto ingresso nello spazio aereo dell’aeroporto e fino alla sua uscita. Anche le contromisure, tra cui soprattutto la riprogrammazione dell’atterraggio di alcuni aerei per garantire una traiettoria di atterraggio sicura, è stata gestita con grande efficacia e rapidità, il che ha dimostrato l’efficienza della cooperazione tra i controllori di volo e vari organi di stato, tra cui il Ministero dell’Interno, la Polizia di Frontiera e l’Ente di Sicurezza Nazionale.

Nonostante lo scampato pericolo, l’incidente ha anche messo in luce alcune criticità nella sicurezza che necessitano di essere sistemate.

Ecco perché nella giornata di ieri, a tre giorni dall’incidente, si è tenuta una riunione a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali e governativi, presieduta dal Ministro dei Trasporti e Vice Primo Ministro Grozdan Karadzhov. Durante l’incontro sono state discusse varie misure da implementare, tra cui l’installazione di nuove tecnologie per la rilevazione e la neutralizzazione dei droni nelle vicinanze degli spazi aerei critici.

assicurazione per droni con tutela legale

Il Ministro Karadzhov ha sottolineato l’urgenza di sviluppare sistemi dedicati al rilevamento di droni in un raggio di 20 metri, una responsabilità che ricadrà sullo stato, oltre a sistemi di contrasto (cosiddetti c-uas), che attualmente non sono presenti e che richiederanno una collaborazione maggiore tra varie entità statali.

È stata inoltre rilevata la necessità di una procedura più snella per l’intervento in casi simili, dato che quelle attuali richiedono molteplici comunicazioni tra diversi enti, rendendo l’intervento più lento e meno efficace. Riguardo alla legislazione esistente, il Ministro della Difesa, Atanas Zapryanov, ha evidenziato durante un’intervista a Nova Televizia la mancanza di una normativa che consenta l’abbattimento di droni, anche sopra siti militari, sottolineando la necessità di un gruppo di lavoro che proponga le necessarie modifiche legislative.

Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, ma la felice gestione di un singolo episodio imprevisto non è sufficiente per stare tranquilli, visto che in futuro alcune carenze, oggi evidenti, potrebbero invece produrre risultati meno soddisfacenti. Per quanto riguarda le tempistiche, le modifiche normative proposte potrebbero essere implementate nell’arco di tre o quattro mesi, segnando un passo significativo verso una maggiore sicurezza dei cieli bulgari appena in tempo per l’esplosione dei voli prevista per le vacanze estive.

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